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Sembra che la possibilità di trasmettere la conoscenza spaventi anche chi, come gli organizzatori di questo convegno, sembrano volerlo fare in buona fede.

E allora, perché a questa conferenza non si sono presentati cinque persone, anziché cinque giacche? Perché il convegno si è svolto nel grigiore, anziché in una stanza arricchita da grandi poster che illustrassero l’argomento, con musiche e filmati e tabelle e schede illustrative preparate con largo anticipo per chiarire meglio i concetti complessi?

Perché non usare un linguaggio semplice, non banale, ma accattivante, comprensibile, umano?

Difficile trovare risposte. Capire se questo processo di alienazione esteriore e interiore che stiamo vivendo sia in qualche modo voluto o sia una semplice conseguenza di azioni sbagliate (o di mancate azioni).

In ogni caso, la società italiana è sempre più vittima di se stessa. Tutto è forma e niente è sostanza. Ma anche la forma è piatta, bidimensionale, noiosa e apatica.

E molti di noi finiscono col trovarsi sempre più alieni nello spazio in cui ci muoviamo, nel tempo in cui viviamo. I decenni passati sono stati ricchi di eccessi. I movimenti politici degli anni ’60 e ’70, il riflusso godereccio degli anni ’80, il finto risveglio degli anni ’90.

Ma almeno succedeva qualcosa.

Si aveva la sensazione di muoversi in una società ricca di contraddizioni, ma con dei retroterra comuni, degli ideali, anche se spesso contrapposti, delle persone e non dei personaggi, da incontrare, conoscere, scoprire.

Oggi tutto sembra essere grigio, piatto, incomunicabile. Il contenuto è sempre meno importante. Ciò che conta è il contenitore. Come diceva un mio “capo”, a proposito della realizzazione di un video, “dopo la sigla niente”, conta solo l’involucro, il primo impatto, la confezione

E a noi cosa rimane? Rimangono cinque individui con la camicia e la giacca. Una stanza grigia. Una luce verdognola. Tanta noia, tanta apatia, tanta solitudine. E nell’era dell’informazione, dei telefonini, di internet, poca, pochissima comunicazione.


(06/10/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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