Il nostro viaggio percorre gran parte della Turchia, così detta, Occidentale e quindi, in un certo senso, turistica. In realtà il turismo, ovvero il passaggio dello straniero per le terre turche, è qualcosa a cui gli abitanti del luogo sono abituati ormai da millenni e questo perché la posizione geografica che vi abbiamo descritto poco fa ne ha fatto da sempre la principale rotta commerciale dall’Asia verso l’Europa, e i numerosi caravanserragli (locande) dispersi in tutto il territorio turco stanno a dimostrarlo.
Ovviamente questo incontro di culture non poteva che prodursi in un individuo umano e un ambiente circostante decisamente unico e particolare: il turco e la Turchia, con tutti i loro difetti, ma anche con alcune peculiarità decisamente sorprendenti soprattutto se vi si pensa con quello scetticismo e quella paura tipicamente occidentali. Il nostro è un viaggio alla scoperta di queste particolarità.
Cominciamo quindi da Istanbul, metropoli moderna, classico esempio delle contraddizioni tipiche della nazione turca. Costruita sul Bosforo, lo stretto canale che collega il Mar di Marmara al Mar Nero, e che allo stesso tempo divide l’Europa dall’Asia, Istanbul è caotica e rumorosa come tutte le grandi città. Già Bisanzio, già Constantinopoli, la metropoli turca però è, ed è stata, molto di più. È stata la capitale dell’impero romano d’oriente e successivamente anche di quello musulmano. Per decenni i sultani vissero nel sontuoso palazzo Topkapi in cima al cosiddetto Corno d’Oro, e il nome basti per darvi un’idea della bellezza che si può trovare tra le quattro corti immense, l’harem della famiglia imperiale, diversi bagni turchi, cucine e stanze ricoperte di mosaici.
Ad Istanbul la storia, le culture e soprattutto le religioni si intrecciano e si incontrano in un’atmosfera di reciproco rispetto che in pochi altri luoghi si può ritrovare, e tutto ciò nonostante il 95% dei turchi sia mussulmano. A testimonianza di ciò, la Moschea blu, la più bella tra le moschee di Istanbul, sorge proprio di fronte ad Haghia Sophia, detta “la chiesa della santa sapienza” e una tra le più grandi opere architettoniche del mondo, in segno di sfida ma anche di grande rispetto.
Haghia Sophia, infatti, nata come basilica cristiana nel VI secolo e trasformata 9 secoli più tardi in moschea, era considerata la più bella chiesa dell’epoca e la costruzione di una moschea della bellezza e della sontuosità della Moschea blu voleva significare proprio questo, riconoscere un’eccellenza e voler dimostrare di essere alla stessa altezza. Rispetto ma non sottomissione quindi.
La religione a Istanbul è qualcosa di decisamente particolare, è ovunque e in nessun luogo, e personalmente non riesco a parlare di Istanbul come di una città religiosa. Sì, camminando per strada si possono trovare mussulmani tra più estremisti che girano con le mogli vestite con l’ormai noto burka nero, ma è altrettanto facile inbattersi in numerosi altri turchi che affermano con orgoglio e consapevolezza la propria laicità, il proprio non andare alla moschea.
La religione, l’Islam è ovunque, ma è una scelta non un’imposizione, ed è per questo che camminando per la città non si può che pensare ai recenti fatti di terrorismo come a qualcosa di decisamente lontano da questa realtà.
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