D – Se la donna che mette in moto la costellazione non si ricorda consciamente di questa relazione antica e suo figlio è “arrabbiato”…come ci si arriva?
R - Non ci sono problemi perché nelle costellazioni può anche capitare di non sapere nulla. Si puo’ fare anche una costellazione “al buio”. In tal caso il terapeuta se ha sensibilità si rende conto che manca qualcuno all’interno del sistema rappresentato e, inserendo una nuova persona, la situazione si sblocca. Non è fondamentale “sapere”, andare ad indagare cosa è successo nella famiglia.
D – Quindi la preparazione del terapeuta sta nell’essere soprattutto un canale aperto.
R - Assolutamente. Hellinger dice che meno sei infarcito di nozioni meglio è. Bisogna sentire, non ragionare..
D – Nella pratica come si svolge una costellazione?
R - La costellazione si svolge in gruppo, a volte anche venti, trenta persone, l’importante è che non siano meno di 15, in quanto ci vuole energia.
Le persone che sono nel gruppo in genere non si conoscono, ma a volte vengono anche famiglie intere..
Solitamente la persona che vuole fare la costellazione deve avere qualcosa che le sta a cuore e che sia inerente a se stessa. Per esempio vuole sbloccare il rapporto con la propria famiglia d’origine o con quella attuale, oppure desidera fare una costellazione perché non trova un uomo o una donna. Le problematiche possono essere di tutti i tipi, anche di salute e di lavoro.
Si inizia con il raccontare al terapeuta solo di fatti inerenti il proprio disagio, senza commento, altrimenti si perde energia. Quando il terapeuta ritiene che sia sufficiente, si può iniziare con la messa in scena dei personaggi che rappresentano i membri della famiglia della persona. Nel caso in cui la problematica riguardi i rapporti con la famiglia d’origine, la persona comincia a scegliere nel gruppo a caso (che poi non è mai un caso) una persona che interpreti se stesso, una per la madre, una per il padre e uno per il fratello. Quindi questi stessi, come controfigure cinematografiche, vengono posizionati all’interno del cerchio, a seconda di come “sente” chi sta facendo al costellazione.
D - A cosa corrisponde questa rappresentazione?
R - Corrisponde alla rappresentazione interiore della famiglia di chi sta facendo la costellazione. Una volta che i personaggi sono stati posizionati, si vede subito e bene ciò che non va, se non c’è armonia. Ad esempio il padre non guarda la madre, il figlio vuole andarsene ecc ecc..
E’ a questo punto che succede qualcosa e ci si muove a seconda dell’energia che viene sentita all’interno del cerchio. Il terapeuta sposta a volte le persone e fa dire loro delle frasi che sbloccano la situazione. Si procede così fino a che non si riesce a riportare armonia, o almeno fino a quando è possibile procedere.
D - Cosa succede quando la situazione è stata sbloccata?
R – Lacrime, moltissime insieme a pianti liberatori. La persona che ha atto la costellazione a volte prende il suo posto all’interno del cerchio e a volte rimane lì, dipende. Quando non prende il suo posto direttamente guarda e diventa consapevole “all’interno della sua anima” della realtà, prendendone atto.Quindi, come dice Hellinger,vi è un “movimento dell’anima” che piano piano si riposiziona. Spesso succedono cambiamenti non solo nella persona che ha fatto la costellazione,ma anche all’interno della sua famiglia, che non sa nulla. Tutti i membri della famiglia ne beneficiano
D - Come avviene questo?
R - Non lo so...succede…non mi interessa sapere il perché e il come, ma succede.
D – Una volta fatta la costellazione, cosa bisogna fare?
R – Niente, se non riprendere normalmente la propria vita, possibilmente senza parlare dell’esperienza per almeno 21 giorni. Se racconti si perde energia.
D – E’ possibile che l’energia messa in moto agisca anche sul cerchio?
R – Chi è presente ne beneficia sempre, a seconda della risonanza che ciascuno ha con al situazione rappresentata. A volte basta non sempre devi fare la tua costellazione, se si partecipa e i ascolta in profondità si ottiene già un processo di guarigione.
D - Che differenza c’è tra le Costellazioni di Hellinger e la psicomagia di Alesando Jodorowsky?
R - Hanno un’origine comune, ma sono differenti. Jodorowsky agisce sui simboli, mentre le costellazioni sui rapporti e le relazioni familiari. Entrambe, però, agiscono sull’anima.
D - Cosa l’ha portata all’incontro con le Costellazioni?
R – Proprio Jodorowsky, il quale mi ha fatto capire l’importanza di ricongiungersi alle proprie radici. Quindi, dopo avere conosciuto Jodorowsky, mi è capitato di leggere “Riconoscere ciò che è” di Bert Hellinger. Il libro mi ha colpita a tal punto che ho deciso di conoscere immediatamente l’autore. Cosa che avvenne dopo poco e che mi portò alla decisione di lavorare su di me con la tecnica delle Costellazion, partecipando al primo corso di formazione in Italia con Attilio Piazza.
Ero così entusiasta dell’esperienza che ne parlavo a tutti, finché, terminato il percorso di formazione, i miei amici per primi mi hanno chiesto di tenere alcune costellazioni….e ora, come Hellinger e Attilio Piazza mi hanno detto, non mi posso più tirare indietro…
Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere
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