La Moringa Oleifera, originaria del Subcontinente indiano, è una pianta spontanea oggi largamente diffusa in tutti i paesi tropicali dove è stata introdotta per le sue caratteristiche ornamentali.
Nota soprattutto per la spezia che si ricava dai suoi frutti, in questi ultimi anni la Moringa Oleifera è oggetto di numerose ricerche promosse da diverse associazioni umanitarie che ne stanno studiando gli alti valori nutrizionali da utilizzare nella lotta contro la fame nel mondo perché questa pianta si è dimostrata resistente alla siccità. La sua diffusione, inoltre, è molto semplice in quanto la sua propagazione avviene mediante semi.
Tutte le parti della pianta sono commestibili e possono essere consumate sia crude – soprattutto le foglie ed i fiori – che cotte, cucinate in vari modi.
Dalle foglie della Moringa – essiccate e triturate – si ottiene una farina dal sapore gradevole e dall’elevato valore nutrizionale: un’oncia contiene la vitamina C di sette arance, il calcio di un litro di latte, il potassio di tre banane, il 25% di proteine (quanto le uova) e significative quantità di vitamina A, ferro, fosforo ed altri minerali.
Dai suoi semi si estrae un olio alimentare – conosciuto come olio di Ben – di ottima qualità, dolce e poco viscoso, molto simile all’olio di oliva, eccellente per condire insalate.
Numerose – tanto da rasentare il mito – le sue applicazioni terapeutiche che oscillano fra la medicina popolare e tradizionale e quella scientifica. La Moringa, infatti, nei paesi dove è diffusa da tempo, viene utilizzata per la cura dei più svariati disturbi e patologie: diabete, ipertensione, infezioni cutanee, idropisia, diarrea, malattie agli occhi e perfino in caso di paralisi ed epilessia.
Un’altra importante caratteristica di questa pianta è racchiusa nei suoi vari nomi comuni che fanno tutti riferimento alla sua capacità di purificare l’acqua. Nella valle del Nilo, ad esempio, è nota come Shagara al Rauwaq che letteralmente vuol dire per l’appunto “albero che purifica”.
Una poltiglia ricavata dai suoi semi macerati, avvolta in una tela, una volta immersa nell’acqua la purifica assorbendo batteri ed altri elementi negativi.
Anche questa applicazione è oggi oggetto di una ricerca finalizzata a verificare le proprietà depurativa della Moringa che potrebbero offrire una salutare alternativa agli attuali sistemi che utilizzano solfato e alluminio.
La Ricerca, dunque, ha il suo bel da fare per accertare se le numerose proprietà attribuite alla Moringa sono solo frutto di un mito popolare o se poggiano su basi scientifiche. Tuttavia, numerosi studiosi ne sono già certi come dimostra il progetto di sensibilizzazione verso la diffusione di questa pianta, promosso dall’ONG italiana ACRA (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina), che potrebbe rivelarsi una soluzione per tante popolazioni affette da malnutrizione.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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