In Giappone il tè (rigorosamente verde: quello nero, considerato di bassa qualità, è di solito riservato agli occidentali) è la bevanda nazionale. E in questo paese c’è una situazione che ha stupito i ricercatori di tutto il mondo, un “paradosso nipponico”: i giapponesi, tra i più forti fumatori al mondo, si ammalano meno che altrove di tumore al polmone. La risposta potrebbe trovarsi ancora una volta nel tè verde, bevanda che accompagna la vita quotidiana di ogni Giapponese. Cosi' l’interesse degli oncologi per questa antica bevanda, è cresciuto a dismisura.
Certo, non bisogna lasciarsi trascinare da facili entusiasmi. Quante volte si è sentito parlare di sostanze anticancro che dopo pochi mesi erano già finite nel dimenticatoio o dichiarate dagli scienziati “palliative”. Per il tè verde, però non dovrebbe essere così. I primi studi importanti risalgono a più di dieci anni fa. Le decine di ricerche pubblicate su riviste di grande valore medico scientifico, sembrano confermare le proprietà antitumorali del tè verde: da Jama, il Journal of American Medical Association, a Lancet, dal British Medical Journal al Japan Journal of Clinical Oncology. Ricerche che hanno dimostrato come in molti casi le sostanze contenute nel tè verde rallentano o bloccano la trasformazione delle cellule sane in tumori, la loro crescita e diffusione, e lo sviluppo dei vasi sanguigni che nutrono la massa tumorale. Il merito è soprattutto dell’Egcg (il nome per esteso è epigallocatechina-3-gallato), un polifenolo (flavonoide) presente nel tè verde (25%) molto più che in quello nero (che ne ha solo il 4%).
Quali tumori previene? Molti: mammella, polmoni, esofago. Contrasta anche il melanoma e un tumore maschile come quello alla prostata.
Che ci si creda oppure no, le foglie della “camellia sinensis” da cui si ricava il tè verde sono utilizzate in Oriente da almeno 4000 anni e sono sempre state conosciute dagli orientali come portatrici di salute ed elisir di lunga vita.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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