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ELEZIONI: MEGLIO COLPI BASSI O CORRETTEZZA? I CONSIGLI DI UN CICERONE
Sono passati quasi 2100 anni dai consigli spregiudicati elargiti del fratello di Cicerone per una campagna elettorale efficace ma è cambiato ben poco. Forse, ai tempi, c’era un po’ meno ipocrisia!

Ugo D. Perugini

Ammettiamolo: la campagna elettorale ci sta stressando ogni giorno di più. E, man mano che si avvicina il periodo della consultazione i “toni” diventano sempre più aspri ed esagerati e sembra che ogni mossa sia consentita, anche la più scorretta.

Non bisogna stupirsi, però. Né fare troppo i moralisti. Non c’è nulla di nuovo, in fondo. Fin dai tempi dei Romani, la campagna elettorale era un’attività alla quale in prevalenza partecipavano persone con pochi scrupoli che, anziché il meglio, offrivano il “peggio” di sé. Con l’unico, evidente scopo di ottenere più voti dell’avversario.

A questo proposito, mi piace citare un libretto scritto dal fratello di Cicerone, Quinto Tullio, e intitolato “Manualetto di campagna elettorale”. Per puro caso, la prefazione dell’edizione Salerno, pubblicata di recente, è di Giulio Andreotti, uomo politico “navigato e smaliziato”.

Riassumiamo, allora, brevemente i consigli che egli rivolge al fratello Marco Tullio Cicerone per avere buone probabilità di essere eletto. Come vedrete, sono “politicamente scorretti” ma – siamo certi che concorderete con noi – risultano assolutamente attuali.

1. Prendi di mira gli avversari. Trova elementi per denigrarli e intimidirli. Scova notizie sulle loro situazioni finanziarie. Stana eventuali amicizie discutibili. Fai emergere, se puoi, elementi di indegnità morale, propria o della propria famiglia.

2. Ribalta sempre la frittata e tenta, più o meno, di attribuire ai tuoi avversari gli stessi delitti di cui ti sei macchiato.

3. Impegnati a influenzare l’élite. Fatti più amici possibili, sfrutta l’entusiasmo dei giovani. Non dire mai di no.

4. Prometti benefici in cambio del voto anche se sai che difficilmente potrai mantenerli.


Che ne dite? Eppure, oggi, c’è ancora chi crede che si possa far politica in modo corretto e onesto. A questo proposito citiamo il recente volume “Non pensare all’elefante” di George Lakoff. Qui, la prefazione è di Ferruccio De Bortoli. Il volumetto è destinato ai progressisti americani ma a noi interessa, soprattutto, per i quattro consigli fondamentali che l’autore dispensa ai candidati.

Li riassumiamo di seguito e vi accorgerete subito che sono in netto contrasto con quelli di epoca romana. Forse anche piuttosto “utopistici”.

1. Mostrate rispetto verso l’interlocutore e l’avversario politico: aggredirlo fa passare subito dalla parte del torto.

2. Di fronte alle obiezioni, riformulate con pazienza nella vostra visione politica le questioni inquadrate che egli ha espresso nella sua.

3. Pensate e parlate sempre a livello di valori.

4. Dite solo cose in cui credete.


E ora, assistete pure a qualche intervista televisiva, talk show, comizio, confronto, dibattito e… traetene le necessarie conclusioni. Sono cambiate ben poco le cose dall’epoca degli antichi Romani. O no?


(27/03/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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