Si legge nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione e al libero sviluppo della sua personalità.”.
Ancora oggi, nel mondo, la maggior parte delle donne non sa neppure di poter desiderare tutte queste cose. Ancora oggi, in Paesi del Medio Oriente –Giordania, Pakistan, Bangladesh, Nepal, India- le donne sono considerate oggetti privi di valore, persone senza importanza, strumenti di uso domestico da tenere in stato di cattività.
Nell’ultimo rapporto della Commissione sui Diritti Umani sono stati più di 1000 gli omicidi denunciati e più del 90% della popolazione femminile è vittima di forme di violenza da parte dei familiari. Ogni giorno ragazze e giovani donne vengono uccise per delitti legati all’onore.
Per "provocare" questo tipo di reato è sufficiente una semplice affermazione, il rifiuto di un corteggiamento, un litigio tra marito e moglie, la rottura di un fidanzamento, l’atto di ribellione a una prepotenza subita.
Da vent’anni a questa parte, poi, una pratica crudele e dolorosa si è diffusa in questi Paesi: la cancellazione del volto femminile. Il viso delle donne viene bruciato dagli acidi e sfigurato per sempre. Molte di esse diventano cieche e i segni della violenza restano indelebili a testimoniare la loro presunta indegnità morale. Questo mondo di barbarie senza giustificazioni cambia espressione a bambine innocenti, oscura gli sguardi misteriosi di donne bellissime. Visi freschi e ridenti vengono mutati in maschere atroci che nascondono anime appena sbocciate.
Sono giovani uomini e ragazzi adolescenti ad usare questo barbaro sistema di vendetta personale: nessuno li punisce. Qualche volta le famiglie delle vittime ricevono un piccolo risarcimento in denaro e la povertà che abita con loro le spinge a non ribellarsi, a non protestare, a ritenersi soddisfatti del risarcimento.
In un momento di particolare attenzione al rispetto e alla diversita' delle culture, bisognerebbe non dimenticare che anche la cultura di un popolo e' soggetta ad evoluzione e cambiamenti. Persino nel nostro Paese, fino al 1975, era 'tollerato' e spesso assolto il delitto d'onore. La storia dell'uomo -e piu' urgentemente quella delle donne- deve tendere al miglioramento delle condizioni individuali. Perche' non c'e' rispetto senza liberta', e non c'e' cultura senza tutela dell'umana dignita'. Ogni donna dovrebbe sentirsi 'coinvolta', ogni uomo ferito da gesti che offendono la bellezza del mondo.
Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere
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