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IL CICLO MESTRUALE TRA SCIENZA E LETTERATURA
Il menarca e l’immagine femminile nella storia. L’elemento più significato e duraturo dell’esistenza umana.

Emanuela Graziani

Si può senza dubbio affermare che dal mestruo, sangue naturale non dovuto a ferita, si sono sviluppate nel corso dei tempi, una serie di teorie “scientifiche” e credenze popolari che hanno contribuito alla creazione di un atteggiamento negativo nei confronti della donna e della sua naturale regolarità.

Dal punto di vista storico, prima dell’avvento del Patriarcato, le civiltà primitive consideravano il ciclo mestruale e il corpo femminile generatore di vita. Il mestruo scandiva il passar del tempo; di mese in mese le mestruazioni ricomparivano con le fasi lunari e ciò rappresentava uno stretto legame con la natura ciclica delle cose, con le energie sacre. Si pensi che il primo calendario fu lunare e non solare: un anno era composto da 13 mesi invece che da 12, in concomitanza con i 13 cicli mestruali della donna. Si riteneva dunque che le donne fossero creature divine, dotate di linfa vitale per l’accrescimento del feto.

Successivamente, con l’entrata in vigore del Patriarcato, il simbolo sacro del corpo femminile venne totalmente trasformato e si diffusero credenze e superstizioni circa il ciclo mestruale.
Il grande pensatore Democrito, nei primi trattati di medicina comparsi nel V secolo a.c., studiò il mestruo della donna in considerazione della sua elevata tossicità, affermando la necessità di purificazione. Le donne mestruale cominciarono ad essere considerate impure per la loro natura oscura, per la loro “imperfezione” genetica e il ciclo venne associato alla vergogna e alla stregoneria.

Una delle più importanti esplorazioni etnografiche delle pratiche di magia cerimoniale, condotta dallo studioso italiano Ernesto De Martino, ha sottolineato l’esistenza di una serie di riti magici che usavano il sangue mestruale come elemento di unione delle anime mediante la sua assunzione. In Sicilia era diffuso questo tipo di incantesimo: il sangue mestruale di una fanciulla, mescolato con il sangue tratto dal suo pollice, era capace di legare per l’eternità il giovane che avrebbe bevuto la pozione.

La prima celebre dottoressa che la storia della medicina ricordi, Trotula De Ruggiero, vissuta intorno al 1050, insegnante di chirurgia e ostetricia, cercò di dare una spiegazione scientifica al fenomeno del mestruo nella donna. Secondo la sua ipotesi, per la fragilità insita, la donna non era in grado di eliminare attraverso il sudore le sue sostanza nocive e gli umori superflui, per tale motivo l’espulsione della tossicità avveniva secondo un diverso procedimento naturale: la perdita di sangue. Nonostante la teoria della dottoressa Trotula De Ruggiero, l’immagine femminile più frequente era quella dell’essere impuro, tanto che l’ingresso in chiesa, durante quei giorni, era sconsigliato.

Ancora oggi, alcune credenze nei confronti del ciclo mestruale sono diffuse tra le donne, come la convinzione di essere più deboli durante il periodo mestruale, di evitare il contatto con l’acqua, di evitare sforzi, preoccupazioni ecc.
In realtà le mestruazioni nella donna sono forse l’elemento più persistente, di quella forza creatrice e generatrice, che da sempre coinvolge l’uomo. Il menarca non è perciò sintomo di una grave imperfezione, ma simbolo di un’energia vitale che pervade il cosmo.


(15/09/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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