HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
ARCHIVIO 

 
Pagina 2 di 2
D’altra parte, partendo dall’assunto che la schiavitù è aberrante ed inconcepibile, la sete occidentale di libertà ad ogni costo, di legittimare ogni scelta personale è altrettanto pericolosa. Non solo per noi stessi, perché chi ama fanaticamente se stesso e rimugina di continuo sul proprio ideale, sul modello astratto del sé, rischia di perdere la strada giusta- ed emergono patologie quali la schizofrenia, l’ossessività, la lunga serie di anoressia/bulimia/ansia/nevrosi, narcisismo e vari disturbi della personalità.

Ma non solo. Possono anche arrecare danno ad altri: supponiamo uno Stato x che senta minacciata il proprio ideale libertà da uno Stato y accusato di possedere armi di distruzione di massa; se la credenza di x non è supportata da un contesto universale e accertato pubblicamente, x rischia di invadere y senza effettive ragioni. Non credo di essere troppo lontana dalla verità e credo che questo possa capirlo chiunque. Il bisogno degli altri, perciò, è indispensabile. Fa parte della nostra natura confrontarci: se nessuno ci rende esistenti, come possiamo sapere di essere vivi?

A volte, si ha l’impressione di vivere solo in funzione di noi stessi, usando le nostre esperienze come metri di giudizio universale: amiamo le persone che rispecchiano come vorremmo essere, svolgiamo occupazioni nelle quali oggettivare noi stessi, scegliamo la vita da condurre in base a ciò che ci aspettiamo da essa.

Progettiamo, programmiamo, controlliamo.
Facciamo in modo che il nostro spazio sia la realizzazione materiale del nostro ambiente mentale, ci affanniamo per rendere il fuori come il dentro. Ma se poi fuori siamo proiettati noi, che senso ha l’esistenza di un fuori? Dopo aver indugiato sui propri vizi pur di rimanere fedele a se stesso, Narciso si rende conto che rimanere aggrappato così tenacemente a se stesso, alla lunga lo ha ucciso. Ripiegandosi su se stesso ha finito per sparire dentro di sé, nella sua immagine riflessa.

Non siamo altro che il nostro essere-nel-mondo, con la nostra capacità di relazionarci alle persone e lasciare che queste si relazionino a noi; finché vivremo da ciechi, inseguendo lo spettro della nostra immagine, moriremo annegati tentando di catturarla.

“Vorrei poter amare, ma mi pare di aver perso la passione e dimenticato il desiderio. Mi concentro troppo su me stesso. La mia personalità si è fatta un peso. Voglio fuggire, andarmene via, dimenticare”
(Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray).


(21/01/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Dall'unione dell'anima e del corpo nasce il benessere

1 | 2
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo