Perché al rifacimento di labbra e particolari del volto si associa spesso anche il lifting del viso, per eliminare rughe e tutto ciò che potrebbe contribuire a far diventare un viso “vissuto”?
Perché essendoci una “fissazione” psicologica alla fase adolescenziale non si accetta il passare del tempo con tutte le trasformazioni morfologiche che comporta (rughe, naso chiuso, bocca serrata, occhi incavati…) e quindi si cerca di eliminare tutto ciò che impedisce di vivere quella fase della vita, che ha rappresentato un vuoto nella nostra esistenza.
Un esempio per farci capire meglio cosa si intende?
Prendiamo una donna famosa, che si è realizzata nel lavoro e nella famiglia, ma che non ha potuto, per questo, vivere la sua adolescenza con libertà e leggerezza; questo “vuoto esperienziale” emerge dall’ombra e porta la persona a riappropriarsi della sua adolescenza adattando le forme del viso (e spesso del corpo) a quelle tipiche adolescenziali. Ovviamente con un lifting adeguato.
In questo modo si può realmente “colmare” quel “vuoto esperienziale”?
Dal momento che le forme sono l’espressione di un vissuto, acquisire volontariamente le forme dell’adolescenza indica una chiara volontà di volere sperimentare tutto ciò che è relativo a quella fase della vita. Questo, anche se non assicura che si potrà rivivere la propria adolescenza, certamente predispone la persona a sperimentare e a vivere situazioni ed emozioni tipiche di quella fase della vita. Quindi può certamente aiutare. Ma bisogna fare attenzione a non rimanere fissati per il resto della vita a quella fase, in quanto, se ciò avvenisse, sarebbe patologico.
Oltre alla bocca grande e carnosa, altro oggetto di desiderio è un naso piccolo alla francese. Cosa significa da un punto di vista morfopsicologico?
Il naso in morfopsicologia rappresenta il piano affettivo, le emozioni e i sentimenti. Un naso grande è indice di slancio affettivo sentimentale e di grande emotività. Ridurre il naso significa ridurre l’emotività, lo slancio affettivo e anche l’espressione sentimentale intesa come “emissività affettiva”. Un naso piccolo indica bisogno di protezione e ricettività affettiva che tradotto in termini psicologici vuol dire: “voglio ricevere affetto perché non sono capace di darne”. Difatti, i bambini, che hanno appunto un naso piccolo, sono più inclini a ricevere affetto che non a darne.
Ultimamente la moda è quella di rifarsi anche gli zigomi più alti e sporgenti. Che segnale è secondo la morfopsicologia?
Gli zigomi sporgenti sono tipici della “tipologia passionale”. Il passionale è una persona che vive intensamente, a volte in maniera estrema, i propri sentimenti ed emozioni, è caldo o freddo, non conosce le vie di mezzo. Rifarsi gli zigomi può rappresentare il bisogno di sensibilizzare la propria sfera affettiva e dargli una priorità espressiva. E’ un sottolineare il bisogno di vivere “col cuore” quel momento della vita. Questo, al di là delle mode, è un bisogno inconscio di vivere la “passione dell’amore”.
Quindi, da quanto detto sopra, sembra che la plastica facciale possa essere utile da un punto di vista psichico per vivere determinate esperienze, che altrimenti sarebbe più difficile sperimentare. Ma dove è il limite di tale metamorfosi artificiale?
Una delle leggi della morfopsicologia dinamica afferma: “tutto ciò che è eccessivo è sfavorevole”. Sottolineare moderatamente con il lifting un aspetto del viso in un certo momento della vita significa mettere l’accento su quella fase o espressione vitale eccessiva o carente. Perciò, il lifting se usato come mezzo terapeutico e non come assoggettamento ad una moda, può essere utile per il miglioramento della vita e la crescita personale. La norma dovrebbe essere l’equilibrio e l’armonia. Quando ci si discosta da questo e si vuole “fermare il tempo” si esce dal ciclo naturale della vita e questo crea squilibrio e malattia. Ogni fase della vita ha una sua funzione e un suo scopo, accettare e integrare le diverse fasi permette di raggiungere l’equilibrio e l’armonia proprie delle persone realizzate, sagge e, in ultima analisi, felici.
Resta comunque sempre una responsabilità della persona sapere utilizzare al meglio le “nuove forme” per realizzare lo scopo dell’Anima, che è quello dell’evoluzione.
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