Sfogliando giornali, frequentando le fiere del settore, ascoltando la radio e guardando la tv si nota l’affermarsi di una forte tendenza, da parte soprattutto del mondo femminile, a rivolgere la propria attenzione a modelli estetici di persone che rappresentano “altro da sé”. Si desiderano “forme che non si hanno”, come una o due taglie in più di seno, labbra carnose, naso proporzionato, zigomi sporgenti e così via.
Si è alla ricerca di quell’”equilibrio mancante” tra le componenti del corpo e, soprattutto, del viso.
Ci siamo chiesti, allora, da dove parta questa esigenza di “metamorfosi”, che oggi più che mai è possibile attuare grazie all’aiuto di una scienza chirurgica di alto livello.
Dietro a tutta questa voglia di “apparire diversi”, infatti, si cela l’esigenza interiore di dare voce a una parte di noi che per troppo tempo è rimasta sommersa, a quella zona di ombra, come la chiamava Jung, che rimane latente dentro di noi in attesa di essere vissuta.
Per capire meglio questo fenomeno, abbiamo interpellato il morfopsicologo Angiolo d’Ambrosio. Prima di proporvi l’intervista, ricordiamo brevemente che la morfopsicologia dinamica è quella scienza che studia le forme del volto in rapporto alla vita temporale e all’evoluzione spirituale di un determinato individuo. Analizzando le forme del viso e il loro rapporto si possono quindi individuare le tendenze che caratterizzano un individuo in un dato momento della sua vita e le dinamiche e le esperienze che lo hanno portato fin lì (per saperne di più, leggi Il Volto, diario della nostra vita.
Ma torniamo al rapporto tra chirurgia estetica e personalità.
Perché ci si sottopone a interventi di chirurgia plastica per dare una “forma” differente al corpo e, in particolare, al viso?
Vogliamo apparire nel modo più consono affinché gli altri ci possano accettare.
Ci sono modelli particolari determinati dalla moda del momento?
La moda determina e propone modelli, crea forme comunemente accettate in cui noi ci identifichiamo e che cerchiamo di fare nostri.
Cosa significa rifarsi le labbra?
La bocca, se carnosa, indica una maggiore ricettività e apertura rispetto ad una bocca con labbra sottili o serrate, che al contrario indicano controllo e chiusura. Per tal motivo una bocca rifatta con labbra molto carnose è un bisogno inconscio (ma neanche tanto) di aprirsi alla vita e agli altri. Questo perché le labbra sono il ricettore del piano istintuale, che è il piano dell’espressione fisica, materiale, sensoriale.
A livello caratteriale questa “apertura” della bocca predispone la persona all’estroversione al contatto con gli altri, alla sperimentazione sensoriale e alla sperimentazione del piacere in tutte le sue forme (cibo, sesso, droghe e tutto ciò che può rappresentare la trasgressione).
Perché le donne di spettacolo negli ultimi anni spesso si gonfiano le labbra?
Come detto le labbra carnose indicano mancanza di controllo, apertura e disponibilità, caratteristiche queste indispensabili per poter accedere e agire nel mondo dello spettacolo. Un eccessivo controllo o ritrosia non sarebbero utili al raggiungimento dell’obiettivo perseguito che è la notorietà e il successo personale. Per cui rifarsi le labbra rappresenta un bisogno di adeguarsi a un ambiente che richiede apertura e disponibilità e diventa un “biglietto da visita” con le proprie credenziali.
Inoltre, per chi ha labbra sottili, rifarsi le labbra indica la volontà di “togliere il freno” (delle inibizioni e dei tabù) per essere più aperte e disponibili.
Le labbra carnose all’interno di un volto sono peculiari di una data età della persona?
Sì. Rappresentano l’età della pre-adolescenza, che è il momento della “reagenza” alla vita, intesa come curiosità e bisogno di scoperta. In questa fase si è molto sensibili e predisposti a sperimentare il nuovo in tutte le sue accezioni (scoperta di sensazioni ed emozioni, particolarmente rivolte alla scoperta del sesso e delle relazioni interpersonali). Non a caso è nella pre-adolescenza che nascono le prime importanti amicizie e i primi amori.
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