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SIGARETTA? IN GRAVIDANZA MEGLIO SENZA. I RISCHI LEGATI AL FUMO
Recenti studi stanno portando alla luce e confermando sospetti legati a spiacevoli effetti causati dall'assunzione di fumo di sigaretta durante la gravidanza.

Francesca Giomo

Viene riconfermata da recenti studi l’importanza della svolta avuta in Italia in questione di fumo. Una faccenda “intima” che riguarda la scelta personale di fumare, diventata una scelta “pubblica”, (secondo molti un’imposizione), che ha portato all’esclusione del “Sig.r fumo” dai locali “condivisi” di svago e lavoro.

Sebbene per molti sia stata “dura” rinunciare alla sigaretta discutendo con gli amici seduti al bar o al ristorante o davanti al computer in ufficio, i vantaggi acquisiti dalla comunità e dalle singole persone sono enormi rispetto alla rinuncia fatta, ma ancora poco evidenti ai più.

Questo soprattutto alla luce dei risultati ottenuti da alcuni studi epidemiologici, condotti da ricercatori presso l’Università di Monaco e presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, secondo cui un alto rischio di obesità infantile è correlato all’esposizione del feto al fumo materno nel primo trimestre di gravidanza. I dati forniti dalle ricerche, pubblicate sull’American Journal of Epidemiology, indicano una prevalenza di obesità del 4,5% nei bambini esposti al fumo delle sigarette in fase prenatale, rispetto all’1,9% riscontrato nei figli di donne non fumatrici e poco soggette a fumo passivo.

Il rischio di obesità nei bambini legato al fumo – passivo e attivo - nel periodo prenatale, quindi, si va ad aggiungere alla già lunga lista di “controindicazioni” tra cui si annoverano nascite premature, nati a basso peso, rischio di aborto o malformazioni, infezioni al liquido amniotico ecc ecc...Ma non è tutto, all’elenco si unisce anche una riduzione della fertilità per tutti i nati da mamme che, ahimé, non sono riuscite a rinunciare al “vizietto” durante la gravidanza.

Ci informa di questo una ricerca danese condotta da Tina Kold Jensen del Rigshospitalet di Copenaghen, in cui su un campione di 1.800 ragazzi è risultato che l’esposizione intrauterina al fumo materno riduce del 20% la concentrazione spermatica, del 24% il numero di spermatozoi e alza al 46% la possibilità di contrarre alterazioni morfologiche, in particolare legate agli organi genitali.

Ma obesità e non-fertilità, come effetti legati alla sigaretta, sembrano non bastare, fumare in gravidanza aumenta anche le possibilità di contrarre il diabete gestazionale, che può insorgere durante il secondo o il terzo trimestre. In questo periodo, infatti, la placenta comincia a produrre molti ormoni che possono bloccare l’azione dell’insulina nella madre, causandole insulinoresistenza.

Nel caso in cui la madre non è in grado di produrre abbastanza insulina, può andare incontro a un’iperglicemia. Il passaggio eccessivo di zuccheri dalla madre al feto stimola in questo ultimo una quantità di insulina superiore, di conseguenza nelle cellule fetali entra più zucchero e le fa aumentare di peso, creando successivi problemi sia al bimbo che alla madre.

Lo studio, pubblicato anch’esso sull’American Epidemiology Journal, ha constatato un tasso di incidenza del diabete gestazionale più alto nelle fumatrici, circa il 4,4%, e più basso nelle non-fumatrici, l’1,8%, su un campione di 4500 donne. I ricercatori sostengono che se tra fumo e diabete ci fosse veramente un legame causa – effetto, il 47% dei casi di diabete gestazionale nelle fumatrici e il 10% in tutte le donne potrebbe essere attribuito realmente al fumo o alla semplice esposizione ad esso. Le ricerche, al momento, stanno proseguendo su questa linea.

Nel dubbio, in attesa di maggiori conferme o “errata corrige” in tal senso, il consiglio per tutte le giovani mamme e donne in dolce attesa è quello di approfittare della gravidanza e dei primi anni di vita dei propri figli per rinunciare alla tanto seducente quanto sedicente sigaretta.


(31/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura del proprio corpo è benessere

  
  
 
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