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D - All’inizio della pratica c’è il maestro che fa un respiro molto particolare, molto forte, ma in funzione di cosa esattamente?
RS - Questo respiro serve per espirare a fondo, per vuotare. C’è un’abitudine deformante comune a molte persone riguardo alla respirazione. Oggi, infatti, le persone tendono a trattenere sempre un po’d’aria, non respirano a fondo. Trattengono il respiro perché sono sempre pronti a difendersi, a dare riposte. Alla fine il respiro, non essendo mai realmente vuoti, non può essere profondo e manca il fiato. Quindi, la seduta si inizia facendo uscire tutta l’aria, così, insieme a lei escono anche i pensieri. E diventiamo vuoti, nuovi.

D - Dove agisce a livello fisico l’Aikido?Che tipo di riposte muscolari esige dal fisico?
RS - E’ come nella vita quotidiana, normalmente si usano tutti i muscoli, così nell’Aikido. E’ vero, però, che alcune scuole di Aikido hanno cercato di fare diventare il corpo più forte. La nostra scuola non vuole questo. Non vogliamo essere più forti, solo meno deboli. I muscoli non devono essere più forti per fare qualcosa di speciale. Con l’Aikido uno si muove normalmente e fa dei gesti quotidiani…come correre, girare, gesti normali, che però facciamo con un’attenzione speciale.

D - E’ possibile riportare questa “attenzione speciale” nella propria vita quotidiana?
RS - Certo, altrimenti non serve a niente l’Aikido. Alcuni vengono qui per poter diventare più forti, per difendersi, invece no. L’Aikido serve a sensibilizzare, a diventare più sensibile e dunque serve nella vita quotidiana. Si ritrova una certa morbidezza. Se prima il respiro era troppo corto e alto, a poco a poco, diventa più calmo. Questo serve per interagire con i bambini, nelle relazioni di lavoro…questa è la vera utilità dell’Aikido, servire nella vita quotidiana.

D - Voi praticate sempre la mattina molto presto?Perché?
RS - Io sì, nella scuola Itsuo Tsuda pratico così, ma non tutti quelli che fanno Aikido praticano la mattina presto. Io preferisco la mattina perché siamo più nella dimensione dell’involontario, è una condizione che permette al corpo di svegliarsi e prepararsi alla giornata.

D - Presso la “Scuola della Respirazione” si pratica anche il Katsugen Undo, ovvero il Movimento Rigeneratore. Quali le sue origini?
RS - E’ una scoperta del Maestro Noguchi. All’inizio Noguchi era un guaritore. Faceva passare ki alle persone per farle stare meglio. Ma a un certo punto, ha scoperto che la capacità umana di guarirsi da solo era innata, ma non funzionava più o funzionava di meno. E’ lui che ha scoperto che facendo yuki, ovvero fare passare il i con le mani, i corpi si muovono da soli e che questo comporta un riequilibrio del corpo. Sempre Noguchi, quindi, ha trovato alcuni movimenti che permettono al corpo di risvegliare la sua capacità di autoguarirsi. Per questo è nato il Movimento Rigeneratore o Katsugen Undo, esercizi che permettono al corpo di risvegliare capacità che non sa di avere.
Tsuda ha portato il movimento rigeneratore in Francia e ione sono stato interessato perché ho trovato il legame che c’era tra l’Aikido e il Movimento Rigeneratore. Ho realizzato la presenza di tale legame per il fatto che quando un corpo è sano e ritrova le sue capacità, l’Aikido non può più andare verso il senso della lotta contro gli altri, bensì sparisce la volontà di farlo. Dunque il Movimento Rigeneratore è molto importante, a mio avviso è difficile praticare l’aikido nella nosra scuola senza conoscerlo.


D – Il Katsugen Undo si può apprendere solo frequentando gli stages che Lei tiene ogni due mesi?
RS - Durante lo stage faccio delle conferenze, spiego e mostro le “tecniche” che permettono di entrare nello stato che genera il movimento. Io torno ogni due mesi per permettere alle persone che praticano quotidianamente di continuare nel “buon cammino”. Molti possono sviare, forse proprio perché nel Movimento Rigeneratore non c’è niente da fare, in realtà, solo essere presenti, chiudere gli occhi, svuotare la testa. Alcuni però pensano che sia meglio fare delle sedute accompagnate da musica ecc ecc…Ma il cammino è quello più semplice.


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