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L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
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Mi sono chiesto se il miraggio di guadagni più facili dalla rivitalizzata libera professione fosse l’unica molla di questa adesione alla medicina non convenzionale o se la maturità professionale inneschi crisi esistenziali così stridenti da imporre altre visioni della salute e delle malattie.
L’unico modo per dirimere questo atroce dubbio, che in un modo o nell’altro cola a picco le mie granitiche credenziali accademico-didattiche, è di porre formalmente l’antico aforisma: medico-cura-te-stesso, se ci credi curati anche tu così.
Riacquista il tuo profilo di protagonista della medicina; i pazienti cercano non le Aziende, ma gli Uomini, non i Protocolli, ma le Cure e tu sei propenso a questa conversione strategica.

L’università, inviluppata tra l’abbraccio mortale delle dirigenze ospedaliere e il soffocante amplesso degli ignavi discendenti degli antichi baroni, langue un’agonia irreversibile: non rimane che rivitalizzare una virilità ormai esausta inserendo linfe di entusiasmi nuovi, di orizzonti sconfinati di sapere che, oltre alla rigida topografia organosistemica, esalino una tassonomia orientaleggiante strettamente energetica, ergonomica e individuale, ove solo chi si ripiega sul paziente e lo studia come un trattato di natura e di vita riesce a decifrare nuovi orizzonti di dialogo diagnostico, nuovi paragrafi di cura.
La scienza che si è costruita sul rifiuto e la denigrazione del placebo, liquidandolo come mero effetto suggestivo, non ha forse compreso in realtà che la risorsa primigenia che porta alla guarigione è quella che ogni paziente porta dentro di sé, la carica autosanatrice della natura, cui basta un innesco, esogeno od endogeno, un nonnulla, per mettersi in azione; e che ogni malattia ha i suoi effetti placebo perché recluta specifiche coorti di pazienti più o meno predisposti a questo o a quel tipo di patogenesi.

La medicina clinica deve vendere verità relative a trattamenti o terapie mediche basate sulla evidenza, ma anche offrire benessere, equilibrio, serenità, ottimismo e deve cercar cure efficaci. Perbacco se le deve cercare!.. Al di sopra di ogni sospetto di placebo: ma lungi dal denigrarlo, deve inchinarsi ossequiosa dinnanzi ad un paziente che guarisce da solo, ingerendo capsule colorate ma vuote, poiché ivi l’energia psichica ha riequilibrato più efficacemente della molecola mancante e supplita dal farmaco, una patomorfosi, ahimè compromessa.
Medicina è, oggi, tutto e il contrario di tutto: è genetica ultrasofisticata e virus che trasduce un gene e lo integra in un nuovo genoma, è cellula staminale che partorisce un cammello già adulto, con il sembiante di uomo cisposo, ma è soprattutto ontologia e deontologia miscelate in armonia perfetta. Siano benvenuti i medici che provano sulla propria pelle, insieme con altri medici affetti da simili problemi, i farmaci che il mese dopo faranno penetrare nel corpo dei propri pazienti in una qualsiasi delle formulazioni posologiche.
Ho incontrato dei medici che già lo hanno fatto e si sono arricchiti di questa esperienza che li ha resi più coerenti verso i loro pazienti e più sereni, ma soprattutto hanno conferito credibilità a tutto il loro costrutto clinico con svariate sfumature di sensibilità durante l’autosperimentazione: i pazienti che si rivolgono a medico-cura te stesso trovano, poi, anche un rinnovato interesse ed una genuina disponibilità alla prevenzione e alla vita igienica e sana.

Medico-cura-te-stesso, infatti, si dà e si attiene a delle precise norme e regole di vita, in un mondo la cui deregulation vuole abolire in primis i bioritmi del cervello con conseguenze devastanti per l’individuo e per la società. Una regolare attività fisica, sia essa sportiva, ma anche non competitiva, affronta in prevenzione il pesante bagaglio delle malattie del benessere ed ai pazienti va senza dubbio inculcato questo stile che nasce originariamente nella cultura di ogni medico.
Il benessere causa o facilita morbi e mali: i mali del secolo, malattie cardiovascolari, malattie da accumulo e metaboliche e, a quanto pare, minore allerta immunitaria, minore capacità di riparare ai danni genetici, invecchiamento e anche il cancro.


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