Il secondo giorno si assiste alla vera processione, in cui i partecipanti indossano pantaloni bianchi, un cappello di paglia, portano un campanello ed un fazzoletto. Non è una processione triste, ma tutti cantano allegri in onore del Bambino Perso.
Un altro rito molto celebrato è quello del Bambino Velakuy (lett: Bambino su cui si veglia). La celebrazione dura dal 25 dicembre al 2 febbraio, giorno della “Mamacha Candelaria”, in cui il Bambino riceverà la visita di ballerini mascherati dai rappresentanti di ogni casta di lavoratori.
Ma una delle feste più seguite è quella del Bambino di Andahuaylas, celebrata da tre villaggi: Talavera il 25 dicembre, Andahuaylas il primo gennaio (ed è la data più importante) e San Jeronimo il 6 gennaio.
Purtroppo i conquistatori spagnoli non hanno portato solo la bella (seppur non autoctona) tradizione natalizia: ogni anno ormai a Lima è tradizione organizzare, durante le feste di Natale, una corrida. A questa segue una processione con a capo un’enorme statua della Vergine Maria su un piedistallo d’argento, come a volerle dedicare la corrida, di cui forse la Vergine avrebbe fatto volentieri a meno.
Il Natale è arrivato persino nel cuore della foresta: il 24 dicembre gli Ashaninka, indigeni dell’Amazzonia, siedono attorno ad un falò acceso dai più giovani della comunità, mangiando minestre con cacciagione e bevendo il masato (succo di yucca masticato e fermentato). Canti di amicizia accompagnano la festa.
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