Quindi, i figli di una Giraffa nata con il collo lungo potevano avere lo stesso collo dei genitori, un collo più corto, oppure per mutazione del DNA, avere un collo ancora più lungo. Ecco quindi che si evolvono animali alti come la Giraffa, oppure veloci come il Ghepardo, che deve essere abbastanza rapido da catturare le velocissime Antilopi saltanti.
Queste, per avvisare il branco che un predatore è in arrivo, scalciano con le zampe posteriori per mettere in mostra un ciuffo di peli bianchissimi sotto la coda. Il Sole, forte nella savana, si riflette sui peli e tutto il branco è in allarme. Ma un adattamento del genere in una foresta ombrosa non serve a nulla, e infatti, nella foresta non esiste. Allo stesso modo, non troviamo scimmie dalle braccia o gambe lunghe nella savana, ma le troviamo nella foresta, come le Scimmie ragno della foresta amazzonica che sono abilissime a passare da ramo in ramo.
L’evoluzione naturale non svolge nel suo complesso né un’azione positiva, né negativa: dipende interamente dal contesto in cui l’animale vive. Certi adattamenti vanno bene in un ambiente, altri in un altro.
Accade di conseguenza che in ambienti simili vivano animali simili: erbivori molto grossi nelle savane, che sono aperte e quindi lasciano spazio ai predatori, per cui le grosse dimensioni possono rappresentare una difesa perché incutono soggezione. Oppure troviamo molti animali in versione “mini” nelle foreste, dove è difficile passare attraverso il sottobosco. Non per caso (anche se sembra una contraddizione…), l’elefante di savana è il più grande della sua famiglia, mentre quello di foresta è il più piccolo.
Individui simili, però, non hanno necessariamente le stesse origini. Per esempio, moltissimi abitanti del mare hanno forma affusolata, anche se ovviamente Pesci e Cetacei (che sono Mammiferi) hanno origini evolutive differenti: la forma affusolata è una struttura analoga, ovvero i due gruppi hanno trovato conveniente assumere entrambi la stessa forma. Lo stesso discorso vale per Uccelli e Pipistrelli, che hanno in comune sono l’aspetto: quelle degli Uccelli sono vere ali, quelle dei pipistrelli sono dita unite da una membrana, ma entrambi devono volare e quella è la struttura più comoda per farlo.
Così come esistono strutture analoghe, ne esistono di omologhe, ovvero con la stessa origine ma aspetto differente. Che somiglianze vedete fra la pinna di una Balena e la mano di un uomo? Eppure, sotto a quella carne e pelle, le ossa hanno più o meno la stessa struttura.
Perché? È sempre tutto legato alle pressioni dell’ambiente. Nel caso di strutture analoghe si parla di evoluzione convergente, cioè due gruppi tassonomici profondamente differenti hanno scelto entrambi uno stesso modo di risolvere un problema: le ali per chi vola, la forma affusolata per chi nuota, zampe posteriori lunghe per chi salta.
Per le strutture omologhe, invece, l’evoluzione è divergente, cioè sebbene Balene e Uomini hanno avuto un progenitore comune, ad un certo punto hanno occupato ambienti diversi per cui all’uomo faceva comodo avere tutte le dita separate, alla Balena il contrario.
L’evoluzione è una teoria affascinante. Ancora oggi, tuttavia, c’è chi sostiene il creazionismo, ovvero chi afferma che gli animali sono nati così come li vediamo oggi, che non cambieranno mai, e che gli esseri viventi non possono permettersi di perfezionarsi più di quanto non li abbia creati perfetti Dio.
Ovviamente ognuno ha le proprie convinzioni, ma le prove dell’esistenza del processo evolutivo, a partire dai fossili anche umani, che ci collegano a dei progenitori “scimmieschi” e non certo ad Adamo ed Eva, rendono certe credenze un po’ d’altri tempi.
Fra l’altro, è divertente pensare che Dio osservi dall’alto cosa è derivato dal suo “brodo” primordiale…sempre che lui trovi quello che vede divertente…
Conoscere la terra che abiti è benessere
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