A volte, poi, gli allevatori affermano che è necessario importare nuovi esemplari selvatici per mantenere il più possibile puro il pool genico degli individui nati in cattività. Niente di più falso. Molto spesso i Pappagalli più commercializzati, quelli belli e di grandi dimensioni, non riescono a riprodursi in natura, ed il discorso arriva a coinvolgere anche le specie di dimensioni più minute. Questa scusa è stata sfruttata per aumentare le importazioni di Parrocchetto dalle guance grigie (Brotogeris pyrrhopterus), proveniente da ristrette aree dell’Ecuador e del Perù. Sono stati prelevati circa 60.000 individui in natura, tanto che la popolazione selvatica oggi conta solo circa 15.000 individui e diventa sempre più rara. Non esistono allevamenti di Parrocchetto dalle guance grigie perchè non riesce a riprodursi in cattività, per cui le motivazioni addotte dagli allevatori per la cattura non sono assolutamente valide.
Un’altro dei baluardi di chi sostiene questo tipo di commercio, è che l’importazione serve per poter conservare anche le specie più rare, quelle a grave rischio di estinzione in natura.
Anche questo è decisamente sbagliato: molto spesso i Pappagalli selvatici sono portatori sani di malattie, che si manifestano nelle condizioni di stress a cui sono sottoposti all’interno degli allevamenti. Ogni specie resiste alle malattie proprie del suo continente, ma quando individui provenienti da paesi diversi sono messi a contatto, si trasmettono malattie da cui non sanno difendersi. È il caso della malattia del becco e delle penne (PBFD), della Pacheco, la PDD ed altre.
Dunque, la proposta della World Parrot Trust ha basi solide e deve essere sostenuta. E non solo per motivi conservazionistici, ma anche semplicemente etici. Questi uccelli dai colori vivaci e dall’aria sveglia ed intelligente, sono abituati a volare liberi sopra le lagune, fra le chiome degli alberi, a planare con le grandi ali sgargianti per passare da un ramo all’altro. È stata più volte dimostrata la loro grande intelligenza, paragonabile a quella dei Cetacei o, secondo alcuni, anche dei Primati. Chiuderli per sempre in una gabbia è una punizione che non meritano. Osservarli attraverso le sbarre nel balcone di casa non è la stessa cosa che vederli grattarsi il becco l’un l’altro appollaiati su una liana di una grande foresta tropicale.
Sono già sparite per sempre specie dal valore inestimabile come l’Ara di Spix (Cyanopsitta spixii), ed altre sono gravemente minacciate: l’Amazona ochrocephala per le sue abilità fonetiche, ed il Cacatua sulphurea per la sua bellezza, solo per fare due esempi.
Sosteniamo quindi la proposta della WPT firmando la petizione che propone di rendere perenne il divieto di importazione di Pappagalli selvatici da parte dei paesi europei.
Firmate all’indirizzo
www.worldparrottrust.org/trade/tradeitalian.htm
E grazie.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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