L’assunto centrale della Teoria di Gaia è che il pianeta sia un organismo vivente. Un organismo sui generis ovviamente, con proprie regole ed una propria fisiologia. Ed è la fisiologia di Gaia - un organismo grande quanto la superficie del pianeta - che interessa gli studiosi di geofisiologia.
Sappiamo che Gaia è oggi un organismo sofferente perché una delle gilde biochimiche che la abitano - quella che, con assai poca modestia, si autodefinisce sapiens - da qualche tempo è diventata piuttosto invadente.
Un gilda egocentrica che si appropria del 41% della produzione primaria netta. Una gilda irresponsabile che ha messo in piedi un’economia iniqua che riduce la biodiversità. Una gilda irriconoscente che non potrebbe digerire nemmeno una caramella senza il soccorso dei batteri che vivono nell’intestino dei suoi membri.
Una gilda che riduce sempre più i margini di sostenibilità, ma la sostenibilità è un concetto che riguarda noi ovviamente. Perché superati certi limiti - sui quali, allo stato attuale delle informazioni, possiamo solo congetturare - Gaia sicuramente farà giustizia delle nostre pretese e, come è già successo per altre specie, potrebbe anche arrivare al punto di liberarsi di noi.
Non siamo infatti la prima specie che cerca di forzare gli equilibri e di violare le regole e Gaia ha sempre reagito correggendo l’assetto del sistema, spesso trovando nuove e inedite forme di convivenza tra le specie, sacrificando quelle meno adatte. La sfida quindi, per noi, è di conoscere e di conformare a queste regole i nostri programmi di sviluppo sostenibile.
Due parole sulla metafora di Gaia
La Teoria di Gaia è una teoria scientifica che, nella formulazione sintetica proposta dal padre della teoria, James Lovelock, “considera l’evoluzione dei biota e del loro ambiente materiale come un unico processo strettamente accoppiato, dove l’autoregolazione del clima e della chimica dell’atmosfera, dell’oceano e del suolo sono le principali proprietà emergenti”. E’ una teoria alla cui elaborazione hanno contribuito un gran numero di discipline scientifiche e che consente una visione globale della vita sulla Terra. E’ una teoria che rappresenta quindi l’ideale punto di osservazione per studiare i margini di sostenibilità dell’economia umana in relazione alle risorse del pianeta.
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