Nell’articolo La malattia secondo Ildegarda, abbiamo visto come, fin dall’antichità, una corretta alimentazione era la base per condurre una vita serena e in buona salute.
Anche oggi, molteplici studi clinici in differenti ambiti appoggiano, con tanto di prove, tale “principio”. Di recente, alcune approfondite ricerche hanno confermato l’importanza di una particolare dieta preventiva per ridurre il rischio di cancro alla prostata.
Si è visto che un’alimentazione ricca di cellulosa, fibre vegetali e fibre solubili riduce di circa il 20% il rischio di contrarre il cancro alla prostata. Questo significa che, dopo una certa età, ma non è mai troppo presto, i pasti quotidiani di un uomo è necessario siano composti da almeno tre/quattro porzioni di frutta e verdura (circa 20 grammi di fibre), meglio se sono di stagione.
Lo afferma con certezza un articolato studio epidemiologico, nato dalla collaborazione del CRO di Aviano, dell'Istituto Pascale di Napoli e dello IARC/OMS di Lione, e pubblicato sull’ International Journal of Cancer.
Anche l’aggiornamento del Codice europeo contro il cancro tiene a ribadire l’importanza e la necessità di aumentare il consumo di fibre alimentari nella cura preventiva di soggetti a rischio di cancro alla prostata.
Va ricordato che ogni anno muoiono di tale malattia 8 mila persone, con circa 30 mila nuovi casi annui. Questo perché, come sostiene l’epidemiologo La Vecchia, sui fattori di rischio relativi a questo tumore e sui risultati protettivi relativi la dieta si sa ancora poco, l’unica certezza per ora è che il consumo quotidiano di frutta e specialmente di verdura , in questo caso, è necessario e benefico.
Dall’altra, invece, un’alimentazione basta sull’uso frequente di carne e latticini apporta un aumento di rischio, probabilmente riconducibile, secondo gli esperti, alla quantità di grassi, di cui tali alimenti sono ricchi.
Interessanti ricerche a proposito hanno realizzato che, tra le popolazioni che consumano molto riso e derivati della soia e verdure e tra chi ha assunto più precocemente nella vita un regime alimentare vegetariano, il rischio di contrarre il tumore alla prostata è notevolmente ridotto.
Un ridotto introito di grassi previene gli eccessivi livelli di Testosterone, mentre un consumo frequente e i conseguenti elevati livelli di tale ormone possono stimolare le cellule prostatiche.
La presenza di eccessivi grassi in corpo e un alto apporto proteico aumenta i livelli di IGF-I, una proteina alla cui eccessiva presenza è correlato un rischio ulteriore di cancro.
Particolare attenzione, secondo l’opinione di numerose pubblicazioni del World Cancer Research Fund e dell’American Institute for Cancer Research, merita, in tale contesto, il consumo di latticini. Negli individui, la cui alimentazione è basata frequentemente sulla presenza di latticini sono stati rilevati livelli ematici di IGF-I più elevati.
Prevenire e sentirsi bene con sé tessi e il proprio corpo è, come anche gli studi citati sul cancro alla prostata confermano, una questione di responsabilità e volontà individuale. Sostituire un pezzo di formaggio con una bella minestra di lenticchie e un contorno di finocchi gratinati è un’esperienza fattibile e, a quanto sembra, in alcuni casi vitale.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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