6- RISCHIO SISMICO: sull’assetto geologico e sismotettonico dello Stretto esistono interpretazioni discordanti. La faglia, causa del terremoto del 1908, è stata indicata come una spaccatura di circa 40 km di lunghezza e si trova sepolta sotto 3000 m di sedimenti per cui è detta “cieca” e non è direttamente osservabile.
Lo stretto, dunque, si imposta lungo un sistema di faglie che svincola il blocco siciliano e quello calabrese, all’interno di una zona crostale tra le più dinamiche del mondo, al di sotto di queste regioni, infatti, si realizza da milioni di anni, l’incontro-scontro tra la placca africana e quella europea, la presenza dei numerosi vulcani attivi, ne è l’evidenza più spettacolare. Sulle sponde dello stretto le città sono comunque edificate senza piano antisismico. E’ da sottolineare come nessuna delle tre città dello stretto sia dotata di un piano di evacuazione, mentre, solo il 25% delle costruzioni è antisismico. Durante il terremoto del 28 dicembre 1908 furono rase al suolo le città di Reggio e Messina con oltre 80.000 di magnitudo Ricther 7,1 intensità (intensità XI-XII Mercalli).
7 – POCHISSIMO IL RISPARMIO DEI TEMPI DI ATTRAVERSAMENTO
Anche secondo la relazione della Commissione del Consiglio comunale di Messina sulla sostenibilità sociale del ponte si dimostra che il ponte farebbe aumentare la percorrenza stradale per accedere all’infrastruttura di 20 chilometri e ridurrebbe i tempi delle operazioni di transito dello Stretto di Messina di soli 10 minuti rispetto al traghettamento.
8- CANTIERI DIVORATORI DI ACQUA in zone già carenti di risorse idriche. Il sistema idrogeologico verrebbe drammaticamente alterato. Occorreranno milioni di metri cubi di cemento per tutte la strutture dell’opera ponte, e questi dovranno essere impastati con altrettante migliaia di mc di acqua dolce. Si dovrà gestire l’uso della già scarsa quantità d’acqua esistente, nel modo migliore. Si dovrà scegliere se soddisfare i fabbisogni delle popolazioni già assetate di Calabria e Sicilia o utilizzare l’acqua per impastare il calcestruzzo. La popolazione locale potrebbe essere costretta a comprare l’acqua anche potersi lavare.
9- CENTINAIA DI ESPROPRI. Il ponte e le opere connesse hanno bisogno di spazio e per conquistarlo sono previsti centinaia di espropri. La durata dei cantieri sarà almeno doppia di quella preventivata dai progettisti (almeno 12 anni invece di 6). Infatti, oltre al ponte saranno realizzate infrastrutture ferroviarie e stradali per complessivi 3,1 km di tratti su terra, 2,0 km di tratti su viadotto e 20,6 km di tratti in galleria.
10- COSTA TROPPO. Il costo del ponte si stima ad oggi tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro. Infatti, nei 6 miliardi previsti non è stato calcolato né l’aumento del 50% del costo dell’acciaio sui mercati internazionali, che dovrebbe portare ad un incremento di prezzo dell’opera attorno al 15%, né il rilevante aumento del costo del lavoro per il raddoppio dei tempi dei cantieri. E’ stato anche ampiamente sottovalutato l’aumento dei costi derivato dalle 35 prescrizioni di carattere tecnico e ambientale, richieste dal CIPE, in occasione dell’approvazione del progetto preliminare, che riguardano quasi tutti gli aspetti fondamentali (naturalistici, paesaggistici e urbanistici), tra cui quelli importantissimi, per l’area interessata dall’intervento, inerenti gli aspetti sismologici e geo-tettonici.
Conoscere la terra che abiti è benessere
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