Se la situazione lo richiede si procede con una terapia d’urto , cui segue una fase di mantenimento e di monitoraggio.
In qualsiasi caso l’approcio è sempre quello più naturale possibile. Quando ad esempio si parla di ormoni di supporto nella donna in menopausa o perimenopausa si tratta di estroprogestinici naturali ormai. L’Italia è ancora uno de pochi paesi in cui viene ancora consigliato di routine una terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni e progestinici. Negli Stati Uniti è stata da 2 anni abbandonata, a seguito della pubblicazione di studi, in cui è stato dimostrato che i rischi, di natura tra l’altro tumorale, e gli effetti negativi di tale terapia sono stati superiori rispetto agli effetti
Non si va mai a manipolare l’organismo e contrapporre il rischio che da un beneficio se ne traggano effetti negativi.
D: A che età bisognerebbe iniziare una terapia anti-aging a scopo preventivo?
Dott. Galimberti: I 35 anni sono l’età ideale. L’acme ormonale è stato ormai raggiunto e si comincia la “discesa”, che, a seconda di molteplici fattori, può essere più o meno ripida e veloce.
Ricodiamoci che a seguito della fase diagnostica e di quella terapica, la terza fase, quella del mantenimento è altrettanto importante. Sia che ci si sia sottoposti a un trattamento di tipo estetico – chirurgico, sia di tipo ormonale ecc...
D: Tornando, ora, a una tematica più generica, a che punto è in Italia la diffusione della medicina anti-aging?
Dott. Galimberti: In Italia fino ad ora se n’è parlato poco e male, spesso solo come appendice e scusa per effettuare della medicina estetica, oscurando la vera visione che è stata molto di successo negli Stati Uniti , e nei paesi di origine francofona come il Benelux.
Ora attraverso conferenze, seminari, anche all’interno di Università il messaggio sta passando.
Lo scopo è quello di fare aprire le discipline le une alle altre, collaborare per attuare un’azione sinergica. I medici e non solo devono avere una formazione a 360 gradi.
Bisogna riportare l’attenzione verso il corpo, sul corpo e dentro il corpo, attraverso un’azione unica.
In Italia se n’è appalto poco e male soprattutto per esigenze economiche del sistema sanitario nazionale, si è sempre parlato di cura e mai di PREVENZIONE.
Nei paesi esteri si spendono molti più soldi per la prevenzione e meno per la cura.
Mi riferisco agli Stati Uniti,ad esempio, quando ai tempi della presidenza Clinton è stato fatto un protocollo federale che regolarizzava la vendita dei prodotti integratori con l’intento dichiarato di recuperare una medicina di tipo preventivo avrebbe ridotto i costi a carico del sistema della sanità, e che si avrebbero avute meno patologie di tipo cardiovascolare, tumorale ecc. Si era parlat, quindi, di un investimento nella prevenzione.
In italia, non si opera ancora in questo senso, eccetto i casi sporadici di una qualche campagna preventiva.
Il messaggio, quindi è che se c’è la possibilità di monitorare la situazione prima che degeneri e diventi attiva, bisogna farlo.
Lo scopo dell’A.M.I.A.è quello, appunto, di diffondere a 360 gradi il messaggio di prevenzione, una sorta di ri-educazione all’approcio medico – terapeutico.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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