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Quindi alla fase diagnostica, segue la fase terapeutica, in cui si indicano i protocolli che possano andare a migliorare tutti quei fattori individuati come a rischio o con incidenza negativa nella parte diagnostica.

D: Quali sono le specializzazioni mediche e non, se ce ne sono, che caratterizzano la medicina anti-aging? E chi si rivolge alla medicinaanti-aging?

Dott. Galimberti: Una delle caratteristiche principali e innovative della medicina anti-aging è che opera attraverso un approccio trasversale.
C’è, infatti, chi l’invecchiamento lo vive male da un punto di vista estetico, persone che subiscono come un danno psicologico la propria decadenza fisica, la perdita di elasticità dei tessuti, la comparsa di rughe.
C’è chi lo vive negativamente sotto un punto di vista ormonale, per cui demonizza la menopausa, l’andropausa e tutte le conseguenze negative sul proprio stato fisico generale, come le vampate di calore, la riduzione della libido ecc..
Tutte situazioni che vengono vissute come un calo nelle proprie prestazioni di vita quotidiana.
Quindi si avvicina all’anti-aging per problematiche di tipo urologico, ginecologico, andrologico.

Può utilizzare la medicina anti-aging nella sua funzione preventiva chi ha problemi dal punto di vista cardiovascolare. Per esempio coloro che hanno avuto parenti vicini con infarti, angine, e che vogliono fare su se stessi un’opera di prevenzione.

La medicina anti-aging ha una capacità di valutazione molto approfondita anche nel caso di malattie degenerative del sistema nervoso, come il parkinson.

Si cerca per cui di migliorare lo standard e le aspettative di vita del soggetto a seconda della problematica sottoposta, da molteplici punti di vista.

D: Come operano in pratica la fase diagnostica e quella terapeutica?

Dott. Galimberti: La diagnosi comporta una serie di rilievi e un colloquio con il paziente da cui emergono le problematiche principali. Quindi essenziale è attuare un dosaggio dei radicali liberi. Forse, infatti, non tutti sanno che lo stress ossidativo può essere misurato, ovvero misurare quella entità di sostanze che arrugginiscono dall’interno l’organismo. Pratica, che consente anche di monitorare l’efficacia della terapia.

Quindi è fondamentale non solo sapere quanti radicali liberi si hanno, ma ci si sta difendendo,in base a quante sostanze anti ossidanti ha l’organismo.

A seguito del profilo stress ossidativo e della capacità di difesa dell’organismo si fanno alcune proposte terapeutiche per migliorare la situazione.

E’ importante sottolineare che le proposte vengono fatte sempre in base allo stilemi vita del paziente. Ad esempio può esservi la necessità di incrementare l’attività fisica, perché il movimento è uno stimolante di produzioni ormonali. Si interviene sulla qualità e sulla quantità nell’alimentazione, individuando quei passaggi che possono essere ottimizzati. Si può effettuare una supporto alimentare, vitaminico o di altro dove gli esami hanno evidenziato questo tipo di necessità.


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