Capita a volte che, quando la mente comincia a sgombrarsi dalle preoccupazioni, dalle ansie, dalla condizione di sofferenza, dalle paure autoindotte a cui solitamente rimane legata anche per molto tempo, si può sperimentare una sensazione di vuoto e il desiderio di contattare parti più profonde di se stessi.
Capita che ci si chieda: ma è tutto qui? La mente e il corpo esprimono veramente la mia totalità o c’è dell’altro da scoprire e a cui dare voce e consapevolezza?
Posso assicurarvi che, come psicoterapeuta, essere testimone di questo processo è come tuffarsi nella parte magica della vita!
Anche il corpo, ovviamente, registra questi movimenti di risveglio e inizia a modificare vecchie abitudini, a percepire con i sensi più aperti.
Questi momenti che io definisco di “consapevolezza espansa” non durano molto nel tempo, ma possono essere molto intensi e portare una persona ad un cambiamento profondo verso il suo vero Sé.
Così, ecco comparire più facilmente intuizioni sulle modalità in cui si è gestita la vita e su cosa si vuole in quella attuale. Si è pronti a vivere anche contatti più intensi con gli altri esseri umani e con tutto ciò che ci circonda. Magari un tramonto che sa di dejà vu si scorge con sfumature diverse, e ci si dice che forse il giallo, il rosso, il rosa ci sono sempre stati ma non li abbiamo mai notati!
Si vive un vero e proprio risveglio dei sensi e quindi un contatto più intimo con le varie parti di se stessi.
Quando si parla della dimensione spirituale dell’essere umano, cos’è se non tutto ciò che non è solo mentale e solo corporeo?
E’ una deduzione semplice, ma non per questo meno significativa.
Solo che, spesso, le intuizioni semplici e immediate vengono sottovalutate e quindi il controllo della mente prende di nuovo il sopravvento fino al prossimo risveglio, fino alla prossima apertura di porta verso l’infinito di cui noi esseri umani, a mio avviso, siamo un campione.
Si ricomincia, così, la ricerca della propria totalità, del proprio Uno interiore, passando per aspettative, incredulità, stanchezze, pigrizie, e magari di nuovo ansie e paure.
Potreste dirvi che quindi si è sempre fermi nello stesso punto.
Invece no, si è percorso un giro ascendente di spirale verso la propria crescita e autorealizzazione.
D’altra parte, sarebbe noioso rimanere nella condizione di “arrivo alla meta”, è senz’altro più eccitante essere in corsa, agganciare il “testimone” e continuare ad andare oltre.
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