HOME 
CURA DEL CORPO - CURA DELLO SPIRITO - CURA DEL PIANETA - ALIMENTAZIONE - MODA - ESTETICA - VIAGGI - CORSI E SEMINARI - FIERE E CONGRESSI
 VIDEO 
L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
per Titolo/Descrizione/Autore Contenuto Articoli
News 

 
Pagina 2 di 2
Ossia, dopo un certo tempo di espressione della rabbia attraverso un suono o una parola (da quest’ultimo aspetto, ad es. il bonding si distingue dal “primal” o tecnica dell’urlo primordiale), si trova inevitabilmente, quindi senza cercarla, un’emozione di dolore: questo significa che è stato pulito un primo strato di rabbia. Dopo il dolore si vive sempre uno stato di vuoto e quiete assoluta. Quella è la condizione in cui, in genere, anche i clienti mi dicono di vivere la condizione dell’assoluto tempo presente, con mente sgombera da qualsiasi pensiero e quindi una condizione di benessere e godimento senza interferenze.

Al fine di raggiungere questa condizione, che con la pratica si può di volta in volta prolungare, il bonding viene anche usato come tecnica di meditazione e di contatto intenso con la propria spiritualità.
In psicoterapia, ovviamente, l’obiettivo primario non è raggiungere uno stato di meditazione, ma liberarsi dalla rabbia accumulata. Ciò non toglie che è molto piacevole e può essere molto intenso lo stato di quiete che si può vivere in una certa fase del bonding.

Dopo quest’ultima fase, quando la parte razionale della persona pensa di avere esaurito e, quindi, guarito tutta la rabbia che aveva dentro, in maniera naturale, solo respirando con un certo ritmo e mantenendo la gola bene aperta per favorire l’uscita dei suoni, si ricomincia un’altra volta. Si esprime altra rabbia e dopo questa altro dolore e, quindi, si arriva ad un altro stato di quiete.
Spesso spiegando questa tecnica, si usa dire che la persona scopre di essere come un pozzo senza fondo, per cui il metodo più viene utilizzato più si arriva in profondità, negli strati emozionali più vecchi.

Un altro aspetto da considerare è che il bonding si può praticare anche in gruppo, ma suddivisi in coppie. In questa modalità ci si rende conto che gli altri esseri umani sono solo lo sfondo di un’esperienza, in cui al centro vi sono le proprie emozioni e il sostegno fisico che si riceve dal compagno di esperienza mentre si lavora su se stessi.

Questa, ad esempio, è la modalità con cui il bonding viene utilizzato all’interno della One Experience, un’esperienza concentrata di crescita e trasformazione personale in cui si usano svariati strumenti di consapevolezza, e grazie alla quale io ho sperimentato personalmente e poi ho approfondito la tecnica del bonding, all’interno del mio percorso di ricerca di differenti strumenti di cura e cambiamento psicofisico e relazionale.


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(08/08/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di curare la propria anima è benessere

1 | 2
  
 
  invia articolo per e-mail stampa l'articolo