Forse non tutti lo sanno ma il mal di schiena è la seconda malattia più diffusa nel mondo dopo il comune raffreddore. Quasi l’80% della popolazione è destinato a soffrirne in alcuni momenti della vita. Ne viene colpita il 50% della popolazione adulta fra i 30 e i 50 anni e i suoi costi sociali in termini di mancata produttività e spese sanitarie sono altissimi.
Fino ad oggi si pensava che la causa del dolore fosse di origine meccanica, che fosse dovuto, cioè, al sollevamento di pesi, a ripetuti sforzi, a un eccessivo carico posto sulla zona lombare. Si credeva insomma, e in effetti così era, che il mal di schiena dipendesse da una fatica fisica sproporzionata rispetto al limite sopportabile.
Ovviamente con l’evolversi della società e dell’economia anche il lavoro è cambiato: si lavora come pezzi di un ingranaggio in cui non si solleva più qualcosa ma si spinge la leva che solleva la medesima cosa. Quindi la ‘fatica’ che facciamo è di altro genere, è di tipo reiterato, automatico. Cambiano le cause ma i risultati si equivalgono: il mal di schiena resta fortissimo, cronico o periodico, e tra le maggiori cause del dolore invalidante ci sono ansia, stress, emozioni negative, insoddisfazione sul lavoro, dolore mal percepito.
Oggi, in una società ancora più evoluta dal punto di vista tecnologico anche quest’ultima fatica ‘mentale’ del minimo gesto ripetuto però all’infinito è venuta meno. Siamo tutti seduti otto, nove ore al giorno, davanti all’amato-odiato pc. Non lo facciamo per scrivere lettere e documenti ma soprattutto per navigare. Internet è un piccolo e smisurato schermo che ci consente di indagare, fare ricerche, collegarci con il resto del mondo, non sentirci soli: possiamo organizzare eventi, sbrigare corrispondenza, fare acquisti, prenotare viaggi. Insomma, tutto il pianeta in un click. Ma a quale prezzo? Con quale risultato? Ancora mal di schiena ovviamente!
I più colpiti, stavolta, com’è facile comprendere, sono proprio i ragazzi: secondo una ricerca del National Health College Assessment il 45% degli studenti americani soffre di mal di schiena, e la causa è tutta da attribuire alle sei ore di media passate davanti al computer. E’ facilmente intuibile che star seduti per molte ore nella stessa posizione crea problemi alla colonna vertebrale, con piccole pressioni, curvamenti, spinte che gravano sulla parte bassa e causano indolenzimenti muscolari e problemi circolatori.
I ragazzi non se ne accorgono nemmeno ma quasi metà della giornata passata davanti allo schermo produce lo stesso dolore di una giornata trascorsa a sollevare pesi in un cantiere edilizio. Il tempo passa certo più velocemente ma il risultato, una volta arrivati a sera, è incredibilmente identico. I consigli sono tutti dettati dal buon senso. I medici consigliano di alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora per rimettere il sangue in circolo e non indolenzire la medesima zona in modo continuato; inoltre suggeriscono di svolgere quest’attività informatica durante la prima metà del giorno, quando siamo ancora riposati e si godono i benefici della notte appena trascorsa. Viceversa mettersi a navigare nelle ore serali, o peggio notturne, non fa che aggravare ulteriormente la stanchezza fisiologica della schiena.
Non lasciarsi ipnotizzare da internet può essere, quindi, un buon inizio per combattere un dolore a quanto pare inevitabile con gli anni. E infine, va da se’, un po’ di attività fisica che rafforzi i muscoli della zona lombare non può che aiutare a sopportare un lavoro molto sedentario. Muoversi, insomma, è il dictat. Camminare più che navigare...
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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