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IL LINGUAGGIO DEL CORPO. COMUNICARE SENZA RENDERSENE CONTO...
Numerose indagini psicologiche e studi hanno ormai acclarato quanto sia importante ciò che comunichiamo attraverso gesti, mimica e attitudine corporea. Sembra, infatti, che la maggior parte delle nostre comunicazioni sia di natura non verbale...

Tratto da ESTETICAMENTE n° 2

Giacinta d’Agostino

Studiando il comportamento degli animali si ha ormai la certezza di come questi riescano a comunicare con differenti atteggiamenti i loro diversi stati d’animo: dall’attrazione al corteggiamento, dalla sfida alla sottomissione, dal senso materno alla strategia di dominio su un territorio. Pulsioni ed emozioni che, per lo più, gli esseri umani affidano alla comunicazione verbale.

Le diverse teorie in materia di comunicazione non verbale hanno portato ad una suddivisione macroscopica dei messaggi trasmessi attraverso il linguaggio del corpo: ad esempio, l’avvicinarsi, il cambiare continuamente posizione sono sintomo sia di ansia che di interesse e di attrazione; il curare l’aspetto altrui indica confidenza, intimità, senso materno; indietreggiare è indice di repulsione, mentre irrigidirsi è un netto rifiuto.

Se orientiamo una qualsiasi parte del corpo in direzione del nostro interlocutore stiamo comunicando attenzione, interesse, attrazione; se, invece, la nostra respirazione subisce delle variazioni può essere a causa dell’ansia o del panico, ma può anche significare uno stato di eccitazione.

Dimostriamo accordo, gradimento, disponibilità, sintonia, ed intesa nel caso in cui riproduciamo l’atteggiamento dell’altro e siamo in una fase di corteggiamento e di seduzione se tendiamo a scoprirci.

Forte contrapposizione e fastidio dimostra lo scostarsi; cerchiamo, invece, conforto, protezione, possesso e richiesta di attenzione se tocchiamo il nostro interlocutore, mentre se lo sfioriamo nello stesso punto in cui si è stati toccati il nostro è un chiaro segnale di attrazione, di gradimento e di corteggiamento.

Oltre al linguaggio del corpo in generale, della postura e degli atteggiamenti complessivi anche la gestualità, riferita a specifiche parti del corpo, indica messaggi ben precisi. Ad esempio, se mostriamo, esibiamo o ci accarezziamo il collo e la gola il messaggio è corteggiamento, eccitazione, disponibilità sessuale, seduzione; se, invece, ci pizzichiamo il collo o la gola dimostriamo tensione, imbarazzo, disinteresse fino al rifiuto.

Gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito in quanto ogni parte del nostro corpo comunica e “parla”; infatti, anche i gesti più banali, senza giungere ad interpretazioni a volte assolutamente esasperate, possono definire uno stato d’animo.
Volendo, invece, pensare al linguaggio del corpo come ad un gioco di seduzione, l’antropologo David Givens ne ha individuato le fasi: dall’approccio in cui è importante farsi notare, al dimostrarsi innocui, dall’esaltare le proprie caratteristiche fino alla stimolazione della curiosità per indurre l’altro ad approfondire la nostra conoscenza.

Le fila di un rapporto si snodano, dunque, attraverso uno scaltro utilizzo del linguaggio del corpo.

Numerosi psicologi, peraltro, hanno studiato i comportamenti di uomini e donne per comprendere le tattiche femminili e maschili di approccio. Le donne, in genere, quando individuano un soggetto che suscita il loro interesse si allontanano dalla compagnia, scelgono un punto di osservazione e cominciano a guardarsi attorno, in modo apparentemente distratto, ma con insistenza.


  
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