La centratura del cuore è uno degli elementi portanti di qualsiasi trattamento di Reiki: è la prima cosa che viene insegnata, e viene riproposta come premessa indispensabile a tutti i trattamenti di primo, di secondo e di terzo livello.
Sul piano pratico è una tecnica semplicissima, che consiste nel poggiare le mani al centro del petto inviando Reiki a questo punto. Contemporaneamente ci si sintonizza con l’energia del cuore, ossia l’energia dell’amore incondizionato, premessa e coronamento di ogni trattamento.
Il Reiki, infatti, come abbiamo già visto in articoli precedenti, non è e non vuole essere solo una tecnica: non è, infatti possibile apprenderlo sui libri, ma solo attraverso una trasmissione diretta. Le stesse posizioni dei trattamenti non sono importanti di per sé, ma servono a guidare il modo di poggiare le mani sul corpo della persona da trattare: farlo, su se stessi o sugli altri, seguendo lo schema dei trattamenti senza aver ricevuto l’attivazione, non serve assolutamente a niente.
L’energia del Reiki è quella del cuore, e quando si parla di amore incondizionato ci si riferisce a un amore privo di ego, ossia alla capacità di dare senza nulla aspettarsi in cambio, come il sole invia la sua luce intorno a sé senza preoccuparsi del modo in cui essa viene accolta. Solitamente, invece, noi definiamo amore un rapporto di scambio e di richiesta. “Ti amo perché sei mio/mia”, “Ti amo perché voglio essere riamato”, “Lo faccio per il tuo bene” sono alcune delle innumerevoli frasi con le quali noi copriamo con parole quali “amore” e “affetto” il nostro bisogno degli altri, oppure il nostro desiderio inconscio di controllarli.
L’amore di cui parliamo in questo contesto è qualcosa di assolutamente diverso: è la capacità di dare perché per noi è naturale farlo. Per questo motivo, per esempio, durante i trattamenti di Reiki è essenziale cercare di non essere assolutamente coinvolti a livello emotivo e/o mentale in quello che stiamo facendo: qualsiasi aspettativa, anche nobile, sull’esito del trattamento, non fa altro che ostacolare il fluire spontaneo dell’energia.
Possiamo quindi affermare che la centratura del cuore, che aiuta ad ottenere questa condizione di non coinvolgimento emotivo, è l’elemento fondamentale dei trattamenti stessi. I motivi della sua importanza sono molteplici: come tutto ciò che riguarda il Reiki, ogni cosa proposta può essere inquadrata a diversi livelli di profondità, e da diverse prospettive.
In primo luogo, la centratura del cuore serve per rilassarsi, per disporsi in maniera positiva al trattamento che si sta per fare; in questo caso, parliamo di “centratura” in quanto essa ci stimola a sintonizzarci sull’energia del cuore e non su quella della mente, a lasciar andare qualsiasi aspettativa sull’esito del trattamento, e ad assumere quindi fino in fondo la condizione di distacco impersonale, premessa indispensabile per essere buoni canali energetici.
Spesso, infatti, nonostante dal punto di vista teorico si sia consapevoli che qualsiasi nostra interferenza sia di ostacolo al flusso dell’energia, può risultare estremamente difficile non “desiderare” fortemente la guarigione della persona trattata, specialmente se si tratta di un parente prossimo di qualcuno che amiamo.
In altri casi, l’egocentrismo con le sue sottili seduzioni cerca di convincerci a sentirci “buoni”, “guaritori”, etc: In tutti questi casi, la centratura può costituire realmente un momento di pausa, di stacco: una piccola meditazione per entrare in contatto con un’energia diversa.
Oltre tutto, su un piano più banale, ma non per questo meno importante, il fatto di usarla regolarmente finisce con il creare un vero e proprio riflesso condizionato: se ogni volta che canalizziamo Reiki ci centriamo nel cuore, disponendoci quindi nel modo migliore, con il passar del tempo si innesca un processo automatico: sarà sufficiente poggiare le mani sul chakra del cuore per rientrare immediatamente in tale condizione. Quando si parla di automatismi della mente, del fatto che il nostro piano mentale lavori molto spesso ad un livello estremamente abitudinario, ciò non significa affatto che si tratti di elementi negativi: al contrario, si tratta solo di capovolgere la situazione; invece di esserne dominati, possiamo sfruttarli a nostro vantaggio.
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