Ed è proprio nella buccia rosso scura delle arachidi che troviamo una percentuale considerevole di OPC, ma non solo. Attualmente l’OPC viene estratta dalla corteccia del Pino Marittimo e dalla Vitis Vitifera ma è presente anche in frutti maturi, vino rosso, more e lamponi selvatici, propoli, foglie (specie quelle aghiformi), fiori, bucce e semi dell'uva. Anche rosa canina, aglio e ginseng, e in generale la maggior parte di erbe medicinali, radici e tuberi dal sapore amaro, contengono OPC.
Purtroppo però, i prodotti alimentari che effettivamente ingeriamo contengono OPC in quantità minime, trovandosi questa quasi esclusivamente nella buccia di frutti e verdure abitualmente sbucciati prima di essere mangiati. La stessa consapevolezza che la lavorazione delle bucce e dei semi dell'uva garantisce la presenza di buone concentrazioni di OPC nel vino rosso non è una condizione sufficiente. La quantità di OPC necessaria al nostro organismo corrisponderebbe, infatti, al bere circa due litri di vino al giorno, il che sarebbe controproducente dal punto di vista salutare!
Per questo, oggi è possibile assumere OPC acquistando il prodotto in pillole o gocce da ingerire, ma anche pomate per la pelle da usare localmente. Così, mentre aumentano le trattazioni a proposito in un numero crescente di lingue, l’ OPC assume sempre più le sembianze di elemento nutritivo indispensabile al nostro organismo, purtroppo non in grado di produrlo.
Per saperne di più:
E’ stato recentemente pubblicato un libro in italiano dal titolo: "Vivere più a lungo e sani con l'OPC", Corrado Lampe Editore, ISBN 88-900165-1-5, disponibile in Farmacia.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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