Definita da alcuni divulgatori come ‘la molecola anti-invecchiamento del nuovo millennio’, l’OPC, acronimo di Oligomere ProCyanidine, è in realtà sfruttata inconsapevolmente da secoli, perché presente in piante dalle note proprietà terapeutiche. A distanza di cinquant’anni dalla sua scoperta, l’OPC è oggi ampiamente riconosciuta come una sostanza vegetale indispensabile per uno stile di vita migliore. Allergie, problemi di vista, vene varicose, disturbi femminili o dovuti all'età, verrebbero se non eliminati, affievoliti o comunque prevenuti grazie all’assunzione di OPC.
Ma cosa si intende per OPC? L’OPC è un estratto vegetale che si distingue dalla maggior parte dei prodotti per la sua disponibilità bololgica al 100%, è in grado quindi di essere metabolizzato completamente dal nostro organismo superando la barriera ematoencefalica.
Chimicamente parlando è definito un flavonole superspecializzato e viene considerato dagli esperti il più potente antiossidante di cui si conosca l’esistenza. Rientra infatti in quel vasto gruppo di sostanze vegetali chiamate polifenoli ormai rinomate per le loro proprietà anti-invecchiamento.
Vediamo più in dettaglio a cosa giova la presenza di OPC nell’organismo.
L’alta capacità antiossidativa, la grande predisposizione a legarsi con due proteine importantissime (il collagene e l'elastina) e la proprietà di essere un inibitore di istamina, sono i tratti fondamentali che caratterizzano fortemente questa sostanza.
L’azione antiossidativa dell’OPC sarebbe infatti 18-20 volte superiore a quella della vitamina C e 40-45 volte superiore a quella della vitamina E. Insieme a queste due vitamine, l’OPC proteggerebbe l’organismo al massimo dagli effetti deleteri causati dai radicali liberi, molecole principalmente responsabili dell’invecchiamento e della distruzione dei nostri tessuti interni ed esterni.
Inoltre l’OPC è in grado di legarsi con il collagene e l'elastina, costituenti principali di pelle, capelli, vene, ossa, cartilagine, tendini e legamenti. Questo permette di mantenere resistenti ed elastiche le nostre strutture aiutando a superare fastidi legati a vene varicose, gonfiori alle gambe, formicolii, emorroidi, trombosi, calcificazioni delle arterie, ristagno linfatico, ma anche problemi legati alla vista dipendenti dalla sintesi del collagene come presbiopia e distacco della cataratta. Il ruolo dell’ OPC come inibitore di istamina, evidenziato da ricerche recenti, renderebbe poi la sostanza efficace nel trattamento di allergie alimentari, ai pollini, alle erbe, all'acaro della polvere, ai peli di animale o da contatto con metalli come Nichel e Argento.
Sulle tracce dell’ OPC: dove si trova?
Fu il professor Jack Masquelier, nel 1947 a Bordeaux, a scoprire e isolare l'OPC, sviluppando un particolare procedimento di estrazione, capace di garantirne un livello qualitativo elevato di produzione. Masquelier si accorse delle insostituibili proprietà della sostanza ‘casualmente’, durante uno studio basato sull’analisi del possibile uso alimentare delle pellicine delle arachidi nel dopoguerra.
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