Da tempo si sa che le carote possono essere considerate vere e proprie “piante medicinali”. Ricchissime di sostanze preziose per il nostro organismo, sono spesso indicate per prevenire un notevole numero di patologie.
Forse, però, non ancora tutti sanno che alle carote, oggi, con certezza, spetta un compito molto importante.
Già da tempo si mormorava che queste radici arancioni avessero alcune proprietà antitumorali. Inizialmente si pensava fosse il beta carotene la sostanza “terapeutica”, finché un gruppo di ricerca anglo – danese è finalmente riuscito a rintracciare l’elemento X, la vera sostanza anticancro, il falcarinolo.
A condurre lo studio, che è stato pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, è stata Kirsten Brandt, dell'Università di Newcastle upon Tyne, la quale afferma che, ora che è stata rintracciata la sostanza grazie alla quale le carote proteggono dal cancro, la ricerca deve adoperarsi nello stabilire la qualità di carota che contiene una quantità maggiore di falcarinolo e la quantità ottimale da ingerirne durante la cura o in caso di prevenzione.
Prima di intraprendere tale decisiva ricerca, nell’ambiente scientifico il falcarinolo era conosciuto come pesticida naturale. Era stato accertato, infatti, che era in grado di proteggere le carote dall’attacco di alcuni funghi.
La Brandt decise di intraprendere le ricerche sul falcarinolo, seguendo la traccia di uno studio, pubblicato tempo prima, secondo cui la sostanza ipoteticamente poteva avere proprietà anticancro.
Come spesso accade, al risultato ottimale ottenuto dal gruppo di ricerca, si è affiancata una nota scura. Per arrivare, infatti, alle conclusioni preziose, il team scientifico, purtroppo, ha dovuto condurre esperimenti in condizioni di laboratorio su 24 topi geneticamente predisposti allo sviluppo di tumori.
Gli animali, divisi in tre gruppi, inizialmente sono stati trattati con una tossina, l’azossimetano, sostanza che provoca il cancro al colon, quindi, sono stati divisi in tre gruppi e alimentati in modo differente.
Al primo gruppo veniva dato cibo integrato con carote congelate ed essiccate, il secondo veniva nutrito con mais “migliorato” dall’aggiunta di falcarinolo, in quantità identica alla dose che era presente naturalmente nelle carote date al primo gruppo, e il terzo, il più sfortunato, si cibava solo di amido di mais.
Dopo 4 mesi e mezzo, dalle analisi risultava che sia i roditori alimentati con le carote, sia quelli nutriti con l’amido al facarinolo erano stati significativamente protetti dallo sviluppo di tumori al colon.
Oltre che nelle carote il falcarinolo è presente anche in sedano, prezzemolo, pastinaca, e altri vegetali. Sembra, però, che la cottura distrugga le proprietà di prevenzione del falcarinolo.
I ricercatori, infatti, stanno studiando cosa succede alla sostanza quando i vegetali vengono cotti o surgelati. Come afferma Morten Larsen, uno dei coordinatori della ricerca, l’effetto del falcarinolo è più sensibile quando le carote vengono mangiate crude.
La sostanza, infatti, è molto sensibile alla luce e al calore, ragione per cui la cottura ha un effetto negativo, mentre il gelo conserverebbe gli effetti benefici della sostanza.
Prendersi cura del proprio corpo è benessere
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