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A parlare sono i giovani membri dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale abruzzese, che ci tengono a specificare il nome della loro figura professionale di “comunicatori pubblici”, uno tra i tanti profili lavorativi nuovi e non definiti del nostro presente, soggetti all’incertezza legislativa ed economica che si spera possa raggiungere una qualche stabilità nel futuro più prossimo.
Come opera un comunicatore pubblico? Innanzitutto preoccupandosi di rendere accessibile a cittadini e istituzioni, i contenuti della cosiddetta editoria pubblica (troppo spesso rimasta nascosta nei pochi e quasi inesistenti punti di distribuzione cartacea) e lo fa attraverso svariati mezzi: organizzazione sintattica e grafica delle informazioni (grazie all’intervento di uno spiccato spirito d’iniziativa) promuovendo la chiarezza e la comprensibilità, ma non basta, occorrono anche alcuni tra gli strumenti di comunicazione più tecnologicamente avanzati, che riescano in tal modo a favorire pluralismo di emissione e ricezione.



Oltre al portale Internet (www.regione.abruzzo.it\stampa), la Regione Abruzzo ha realizzato infatti una vera e propria Web-Tv istituzionale, attiva dal settembre 2003 (dovrebbe essere la seconda dopo quella Piemontese in Italia). Attraverso il portale della Regione Abruzzo, la Web-Tv abruzzese trasmette un palinsesto che prevede un TG giornaliero e una rubrica di approfondimento (chiamata FOCUS), nell’ attesa che nuovi programmi arricchiscano ulteriormente l’offerta.
Il TG ha una durata che varia dai 3 ai 5 minuti, e dei contenuti che vertono intorno a fatti di rilievo istituzionale (leggi, eventi, progetti, dichiarazioni ecc.), è realizzato attraverso Real Play e visualizzabile in una finestra di media grandezza sullo schermo del pc dell’utente.



Il vantaggio principale: dare la possibilità ai cittadini di accedere in tempi brevissimi all’informazione pubblica, nonché la facoltà di interagire scegliendo o meno di accedere alla sezione di approfondimento che riporta notizie utili e di servizio.

Ma, occorre ricordare, non tutti dispongono di una ricezione a banda larga e spesso i tempi brevissimi potrebbero allungarsi tanto da distruggere l’obiettivo fondamentale dell’iniziativa stessa. Forse lo svantaggio è sempre quello di vivere in un presente poco delineato, troppo proteso a rimandare a domani quello di cui c’è bisogno oggi per rendere completa l’opera. E questo vale non solo per la definizione professionale degli operatori e delle nuove figure lavorative, ma anche per gli strumenti utilizzati. Forse parlare di pluralismo informativo non è del tutto corretto in un contesto in cui per questioni “contingenti” la televisione analogica è ancora l’unico mezzo (purtroppo) a raggiungere la percentuale quasi totale di popolazione.




(14/05/2004) - SCRIVI ALL'AUTORE


Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere

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