NUMEROLOGIA E CRESCITA INTERIORE
Un'antica scienza divinatoria attraverso cui decodificare la realtà, esteriore e interiore.
di Giancarlo Tarozzi
La numerologia è una cosiddetta scienza divinatoria; per mezzo di essa è possibile ricavare mote informazioni relative alla personalità più profonda di noi stessi e di chi ci sta intorno, e quindi prevederne con una sufficiente approssimazione gli sviluppi futuri; in pratica, permette di raggiungere risultati non molto dissimili da quelli offerti dall'astrologia, dalla chiromanzia e dalla fisiognomica. E' proprio a queste tre discipline, tra l'altro, che la numerologia si ricollega strettamente nella ricerca di una visione il più possibile chiara e completa dell'essere umano e dei suoi complessi meccanismi.

Il primo punto da prendere in considerazione, quando si parla di divinazione, è quello dell'ineluttabilità o meno del destino, in poche parole il problema del libero arbitrio.
Si può dire che fin dalla sua comparsa sul pianeta l'uomo si sia posto profondi interrogativi sul destino, elaborando in proposito le teorie più disparate; da quella della predestinazione a quella della volontà divina, da quella del karma, inteso come serie di lezioni da apprendere su questa terra, al libero arbitrio più puro, ed ancora al più rigido determinismo astrologico...si potrebbe continuare all'infinito. Ciò che qui ci preme è sottolineare come, accanto alla presa di coscienza del problema del destino, si siano via via sviluppate metodologie dedicate al tentativo di conoscerlo in anticipo, nella speranza di poterlo in qualche modo modificare a proprio favore.

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo avuto l'impressione di non essere altro che pedine di un gioco superiore la cui comprensione ci è inaccessibile.

E' infatti indubbio che, per quanto l'individuo possa fare appello a ciò che chiama “libero arbitrio”, gli avvenimenti contingenti possono imprimere svolte impreviste ed irrevocabili al corso della sua vita. A questo proposito riportiamo due esempi, classici ma esemplificativi, tratti dal volume “Astrologie" di Orion, un testo del secolo scorso.

1 – Un giovane esce di casa, tranquillamente diretto al proprio ufficio. Svoltando la via deve decidere tra il marciapiede di destra e quello di sinistra. La decisione, che sembra di nessuna importanza, è invece di grande valore per il suo destino. Se rimane a destra, proseguirà tranquillamente, e potrà vivere una vita onorata; se invece va a sinistra incontrerà, supponiamo, una prostituta, della quale si innamorerà e, per possederla a lungo, prevaricherà nella cassa del suo principale, o farà delle firme false; sarà trascinato dinanzi alla Corte di Assise, se pure non si ucciderà.

2 – Una lussuosa vettura scoperta passa per il corso; vi sono due giovani amanti abbracciati, estranei a tutto quello che li circonda. Tuttavia la morte volteggia su di loro, perché la donna è un'adultera ed il marito è un geloso, violento ed armato Menelao che li spia a pochi passi. Essi sono perduti. Ma ecco passare, canterellando, un garzone di fornaio con la sua gerla in testa; sbuccia distrattamente un'arancia, urta il marito, ne sorge una lite vivace.. ed intanto la vettura passa . . gli amanti sono salvi. Si forma un gruppo di passanti curiosi, tra i quali il marito riconosce un amico che non vedeva da tempo, e del quale ignora l'attività truffaldina, tanto da affidargli una buona parte dei suoi beni, per ipotetici affari. La sua rovina finanziaria sarà poi la causa principale del suo futuro divorzio.
Ma intanto la buccia d'arancia è ancora per terra.
Ecco venire da lontano un uomo di Stato che raggiunge la sua vettura; è pensieroso, perché inedita un atto che può provocare la guerra e sconvolgere la faccia del mondo. Il suo piede calpesta la buccia d'arancia, scivola; il suo cranio urta il selciato, lo si soccorre svenuto... La pace e l'Europa sono salvate!"


Che cos'è allora il libero arbitrio, se l'evento più insignificante può trasformare radicalmente quanto ci si propone di fare, ed il nostro e l’altrui “destino”? Senza contare che la stessa esistenza della morte (evento che sfugge comunque alla pianificazione personale), nonché le nostre aree di esperienza “importanti” quali il sesso, l’infanzia etc., determinano di per sé la struttura della nostra personalità e di conseguenza quella delle scelte che compiamo “liberamente".

D'altra parte non ci sentiamo certo di affermare che il destino sia una ferrea legge prestabilita, come tale impossibile da modificare.
Come sempre la verità sta nel mezzo; possiamo dire che il libero arbitrio esiste effettivamente solo a partire dal momento in cui siamo in grado di prendere coscienza dei condizionamenti a cui soggiacciamo, riuscendo così a liberarcene.

Per questo possiamo trovare un valido ausilio nelle cosiddette scienze divinatorie, che prima di prevedere il futuro ci danno indicazioni ben precise sulle strutture psicologiche attuali dell'individuo; inoltre, indicando anche gli sviluppi futuri a cui egli va incontro, l’aiutano a conquistare realmente il libero arbitrio, mettendolo in condizione di prepararsi adeguatamente a ciò che lo aspetta, o di intervenire in “prevenzione”…

In chiromanzia, per esempio, quando l’individuo raggiunge un determinato livello di consapevolezza tale da padroneggiare le proprie predisposizioni, si assiste ad una vera e propria trasformazione delle linee della mano, che si ridispongono - per così dire - per adeguarsi alla nuova situazione; troviamo inoltre una netta differenza, che chiunque può verificare osservando le proprie mani, tra la destra che esprime le caratteristiche ereditarie ed acquisite del soggetto ( che corrisponde al cielo di nascita dell’astrologia) e la sinistra, che indica invece come l’individuo percorre il proprio cammino esperienziale.

Liberarsi dai condizionamenti psicofisici, ambientali, culturali, da quelli con cui “veniamo al mondo”, è il primo passo di ogni vero cammino di crescita interiore: fintanto che le nostre reazioni sono automatiche, determinate dagli schemi mentali presenti in noi, la nostra capacità di trarre insegnamento da ciò che ci accade è ridotta praticamente a zero; viviamo in quello che molti spiritualisti definiscono ”stato di sogno”. Risvegliarsi significa tra le altre cose vivere le esperienze con atteggiamento di scoperta ed avventura, simile alla meraviglia con la quale un bambino si avventura nella vita. Al di là di aspettative divinatorie tipo oroscopo da rotocalco, accostarsi a discipline divinatorie offre un valido aiuto in questo viaggio di scoperta interiore.

Tra tutte le scienze divinatorie, la numerologia è senza alcuna ombra di dubbio la più semplice in quanto non necessita di una grande messe di nozioni mnemoniche come invece accade per esempio per la chiromanzia, per l'astrologia e per la fisiognomica. Le tecniche che riporto in “I numeri pre vincere… la vita” (ed. Amrita), per esempio, permettono di realizzare nel giro di un paio di ore un quadro numerologico completo.


Come nel caso dei Tarocchi, la pratica divinatoria numerologica era alle origini l'espressione volgarizzata ed esteriore di un messaggio esoterico ben più profondo, velato da dottrine quali ad esempio quella pitagorica; in ogni modo, più che la ricerca delle teorie speculative crediamo che sia fondamentale la validità pratica; è una prova che potrete fare agevolmente in pochi minuti, in quanto i calcoli necessari sono estremamente semplici.

E' chiaro che l'esperienza diretta e personale è il modo migliore per verificare la validità di ogni teoria; ed è questa esperienza che vi invitiamo a fare subito.

Fin dagli albori della storia, i numeri sono stati utilizzati dall’essere umano in quattro modi fondamentali.
In primo luogo, nella determinazione di estensione e quantità: misurazione dei campi, entità del raccolto, calcolo delle stagioni, rapporto tra tempo e spazio e così via; le leggi e i principi scientifici possono essere espressi per mezzo di simboli matematici e numerici, e la stessa logica simbolica contemporanea è un tentativo di descrivere la realtà per mezzo di simboli matematici.

In secondo luogo, in ogni simbolismo religioso e mitologico; per esempio, la dualità o la polarità tra le coppie di dèi, dall’Egitto all’induismo, e la triade o trinità sotto le forme più diverse.

In terzo luogo, nell’espressione di concetti metafisici e filosofici: nel mondo occidentale, ad esempio, possiamo citare Pitagora, Platone e Plotino.

In ultimo, i rapporti numerici sono fondamento per il ritmo e l’armonia della musica, della poesia e di molte altre forme artistiche.

Le origini della conoscenza numerologica risalgono probabilmente ad un passato così remoto da non essere rintracciabili con sicurezza; per quanto riguarda il mondo occidentale, le prime notizie certe delle quali disponiamo risalgono agli antichi greci e caldei. L'elaborazione più completa che ci proviene dall'antichità è quella di Pitagora, che si servì del numero per sviluppare un vero e proprio sistema esoterico; per questo è considerato da molti il “padre” della numerologia.

Il sistema pitagorico risale alla fratellanza omonima, stabilitasi a Crotone nel sesto secolo a.C.. Di Pitagora non esistono opere scritte: ciò che sappiamo di lui deriva dai suoi discepoli, come l’Introduzione Aritmetica di Nicomaco di Cerasa, oppure dall’opera di altri filosofi influenzati dalla sua opera, quali Platone. Secondo quel che ci è noto, la conoscenza trasmessa da Pitagora proveniva in gran parte dai suoi contatti con sapienti egizi e babilonesi, ed in un secondo tempo dall’orfismo greco. Lo studioso tedesco Neugebauer, per esempio, ha dimostrato che i babilonesi conoscevano il triangolo rettangolo di cui parla il teorema di Pitagora. Oltre ad avere a sua volta un’influenza profonda sulla filosofia e sui culti misterici greci, il pitagorismo raggiunse anche il pensiero arabo.


Per Nicomaco “Tutto ciò che la natura ha disposto sistematicamente nell’universo sembra, sia nelle sue parti sia nell’insieme, essere stato determinato e messo in reciproco accordo per mezzo del numero, mediante la previdenza di Colui che creò tutte le cose”.

giambico nella Vita di Pitagora afferma: “I pitagorici hanno tratto dalla teolo-gia di Orfeo i principi dei numeri intelligibili ed intellettuali; hanno assegnato loro un’abbondante progressione, e ne hanno esteso il dominio”. Da qui il detto tipico dei pitagorici, secondo il quale “tutte le cose sono assimilabili a numeri... Nei Discorsi sacri, Pitagora ha affermato: “Il numero è il governatore delle forme e delle idee, ed è la causa di dei e demoni”.

Per Pitagora la scienza dei numeri è lo studio delle forze vitali, delle facoltà divine in azione nell’uomo e nell’universo, nel micro e nel macrocosmo; il numero è l’essenza dell’universo creato. E’ l’Essere. Il Cosmo è stato creato e ordinato secondo la natura del piano divino e della sua manifestazione nel mondo reale. Essendo la base della creazione, il numero è anche la natura fondamentale della legge delle corrispondenze. I numeri, la creazione, la cosmologia e la musica sono interconnessi.

Il concetto forse più noto della filosofia pitagorica è quello di “musica delle sfere”: ogni corpo celeste emette, nel suo movimento, suoni diversi; l’insieme di tali suoni costituisce una sinfonia cosmica. Come afferma Aristotele, “l’universo visibile è una gamma musicale, o numero..” Nel XVI secolo Keplero studiando approfonditamente le teorie di Pitagora, scoprì che il rapporto tra le velocità angolari dei pianeti al perielio ed all’afelio (i punti più lontani e vicini dell’orbita della Terra rispetto al Sole), è espresso esattamente da numeri interi e semplici. Partendo da Saturno, i sei pianeti conosciuti all’epoca fornivano, in base agli intervalli musicali suggeriti da tali numeri, la scala musicale maggiore se si considera il perielio, e quella minore se si considera l’afelio. Keplero definì questa regolarità “ornamento del mondo”.

C’è un’apparente distinzione tra l’idea pitagorica, secondo la quale la creazione dell’universo parte dai numeri, ed il concetto della fisica moderna, di un universo che funziona secondo leggi matematiche; l’idea pitagorica contempla la proiezione di un ordine simbolico, subconscio, interiore, laddove quella contemporanea inizia da ciò che l’uomo percepisce della realtà esteriore. In entrambi i casi, comunque, il fattore più importante è l’essere umano, il suo senso e bisogno di ordine che si esprime per mezzo di numeri e di simboli basati sui numeri stessi; in entrambe le cosmologie, il numero è concepito come il fondamento della natura e della struttura dell’universo.

Un altro caposcuola della visione occidentale dei numeri è il filosofo neoplatonico Plotino che distingue un tipo di aritmetica e geometria associata al piano terrestre ed al mondo sensibile, e un secondo tipo che corrisponde alle funzioni dell’anima, e riguarda l’essenza dei numeri. Per Plotino il numero non emerge né dalla materia né dall’Intelligenza divina: la sua potenzialità è nell’assoluto. Gli esseri non sono che numeri manifesti; questi ultimi preesistono alla manifestazione fisica. Gli esseri individuali provengono dall’Essere per mezzo del numero; l’Essere è al tempo stesso unità e pluralità, crea secondo i numeri e i modelli archetipi che costituiscono quelli che Plotino chiama Numeri assoluti, Autentici o primi. Plotino paragona le stelle a lettere e numeri scritti in cielo; nella sua teoria, se riusciamo a comprendere la relazione tra i simboli, possiamo stabilire una base per la divinazione, in quanto ogni cosa nell’Universo è collegata a tutte le altre.

Secondo Boezio, citato da Cornelio Agrippa nella Filosofia occulta o la Magia, “Tutto ciò che è stato ordinato dalla natura prima delle cose sembra aver avuto per ragione la potenza dei numeri; questa potenza è il tipo principale che si propone il Creatore. Da ciò deriva la molteplicità degli elementi, il movimento degli astri, la rotazione dei cieli. La disposizione di tutte le cose ha per principio necessario l’incatenamento dei numeri. Dunque i numeri racchiudono nella loro natura le virtù più estese e più sublimi.”

La Qabbala è la base del misticismo ebraico, e si basa soprattutto sullo “Sepher Yesirah” (Libro della Creazione), e sullo Zohar (Splendore), che trattano dei numeri e delle corrispondenze (tra le lettere dell’alfabeto, i pianeti e i segni dello zodiaco) come emanazioni delle dieci sfere, o sefirot, al momento della creazione dell’universo, fornendo al tempo stesso una chiave di interpretazione dell’esoterismo della Bibbia.

La Qabbala è un testo che secondo la tradizione ebraica sarebbe stato affidato dagli Elohim (esseri creatori) ad Adamo per conferirgli la conoscenza di “se stesso, dell’universo e delle manifestazioni della divinità”; Adam Kadmon, l’uomo cosmico, è allora il “padrone dei numeri”, inventore dell’alfabeto e del linguaggio. Nei testi esoterici ebraici la corrispondenza lettera numero è una chiave di lettura indispensabile anche per i Padri della Chiesa, secondo i quali l’incomprensione dei numeri impedisce di capire molti passaggi figurati e mistici delle Scritture.

Per la Qabbala le lettere, e il numero corrispondente, sono ricettacoli o agenti della creazione, in maniera analoga al Verbo cristiano o al dio Thoth della religione egizia.
Nella Bibbia (Sapienza, 11/20) troviamo che Dio “ha regolato tutto secondo numero, peso e misura”.


Giancarlo Tarozzi, tra le altre cose, è fondatore dell'Associazione Pachamama. Per informazioni consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(31/03/2006)