Tradizionalmente non ci si aspettano grandi sorprese dagli oscar, tradizionalmente il copione prevede un mattatore che diverta il pubblico (soprattutto televisivo) e la festa per i soliti noti che tutti sanno verranno chiamati a ritirare la prestigiosa statuetta. Gli oscar 2005 hanno in parte cambiato questo format, in parte lo hanno confermato e in ultimo hanno mostrato come una nuova attenzione dell’Academy verso progetti cinematografici e artisti più “particolari” non sia stata solo una distrazione dell’ultimo anno.
La conferma del format . Anzitutto la baraonda che l’Oscar mette in moto, le solite passerelle, i soliti fotografi, i soliti pettegolezzi, chi è andato alla serata con chi e, soprattutto, i soliti assenti. Quindi, il mattatore, un Chris Rock apparentemente scioccante ma in realtà, probabilmente, molto più allineato di quanto non abbia voluto dare a vedere, con l’unico scopo di far disperatamente recuperare all’Academy quello share televisivo progressivamente perso nel corso degli anni. Infine i premi, da sempre i più importanti sono distribuiti tra due, tre film, mentre quelli, diciamo, di seconda fascia (miglior attore e attrice non protagonista, effetti speciali, ecc, ecc…) vengono normalmente distribuiti al grande sconfitto, e così è stato anche stavolta. Non c’è bisogno di infierire nominando il grande sconfitto che tutti noi conosciamo e che ammiriamo per le sue doti e i suoi lavori passati ma che non riusciamo a digerire in quella veste da regista dell’establishment che da qualche anno ha deciso di vestire.
La negazione del format . Ha vinto il più meritevole. Per quanto sia oggettivamente difficile giudicare quale sia il film migliore, chi sia l’attore più bravo dell’anno e via dicendo, è nostra opinione che stavolta abbia vinto, almeno nei premi più importanti, il più meritevole. Questa di per sé non dovrebbe essere una novità, anche se non sempre è stato così, ma la cosa nuova, e che da un certo punto di vista sconvolge, è che tutto questo fosse inaspettato. Domenica 27 doveva essere la grande serata di Martin Scorsese (ecco lo abbiamo nominato!), di Leo Di Caprio e del suo The Aviator, i due si aspettavano l’Oscar e si era fatta una grande mobilitazione anche presso il pubblico affinché spingesse per il premio se non altro per la carriera e i meriti passati. Così non è stato, ha vinto chi più meritava, ha vinto chi è rimasto lo stesso cowboy di un tempo e non chi diceva di essere un raging bull e si è invece ritrovato a fare il fondatore di nuove York e il cantore di saghe di eroi nazionali.
Il nuovo format. Più che altro è una tendenza, più che altro è una nuova attenzione al cinema che non sia solo main stream e grandi nomi, bravissimo Eastwood ma non è che sia uno sconosciuto. La definizione si rivolge quindi ad autori più particolari che amano la ricerca e la sperimentazione visiva e narrativa, ad autori in un certo senso che osano sia artisticamente che socialmente affrontando ad esempio gli argomenti scomodi del Michael Moore che vinse l’Oscar per il miglior documentario con Bowling a Colombine. Su questa scia non si può quindi che essere contenti delle vittorie per la sceneggiatura di Eternal Sunshine of the spotless mind di Michel Gondry e di Sideways di Alexander Payne due film che hanno il coraggio uno di sfidare i generi del cinema convenzionale, l’altro di rifarli in maniera diversa e originale, due film che probabilmente avrebbero meritato di più.
In conclusione direi che si può essere contenti di questi Oscar, ci sono state sorprese, tante, bocciature, meritate, e anche delle conferme, forse troppe, ma soprattutto si è vista questa nuova tendenza che ci deve far ben sperare. Speranza che va soprattutto su un’Academy che non abbia più paura di dare una nomination a Michael Moore perché chissà cosa potrebbe dire se dovesse per caso salire sul palco, e neanche di premiare o almeno nominare due attori fenomenali come Kate Winslet e Jim Carrie, da anni sempre nel giro che conta, da anni sempre autori di scelte artistiche alternative e forse per questo spesso ignorati da questa manifestazione.
Infine un ultima domanda: ma i votanti hanno visto Collateral, com’è che questo film, insieme al suo regista è stato del tutto dimenticato? Che ci siano forze alle quali neanche un divo come Cruise, pur in una delle sue interpretazioni migliori, non possa opporsi?
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