Gigi D'Alessio, Francesco Renga, Paola e Chiara, Le Vibrazioni, Nicola Arigliano, Marina Rei, Franco Califano, Alexia, Antonella Ruggiero, Marco Masini, Paolo Meneguzzi, Anna Tatangelo, Umberto Tozzi, Velvet, Dj Francesco Band, Niky Nicolaj e Stefano Di Battista Jazz Quartet: questi, a dirli in poche parole, dovrebbero essere gli unici motivi per guardare anche quest’anno la gara canora più importante dello schermo. Vero è che la maggior parte del pubblico giovane –quello che di fatto compra dischi, a meno di non scaricarli dalla tanto più democratica Rete- preferisce da sempre il Festivalbar.
Però anche la famiglia italiana, nella sua intera collaudata compagine, ha diritto allo spettacolo un po’ meno informale del Festival di San Remo, con il suo bravo conduttore infastidito dal colletto inamidato, le vallette esperte che non inciampano nei vestiti e il solito contorno di polemiche e annunci di ospiti in arrivo dal nuovo continente. Così, quest’anno, si pensava di invitare qualche grande attore: Clint Eastwood, reduce da quattro Oscar per il suo “Million dollar baby”, e poi Nicole Kidman, George Clooney, Richard Gere, Mike Tyson... Pare che Bonolis ci tenga molto a intervistare il pugile più pericoloso d’America, magari per dimostrare che un vincente non lo è mai fino alla fine oppure che un perdente ha sempre una estrema speranza di riscatto: per dimostrare, insomma, come si invertono le regole sul palcoscenico della vita.
Ma se adesso la Rai decidesse di tirarsi indietro per motivi d’opportunità’ –e’ una settimana un po’ delicata questa e il Papa non si è ancora del tutto ristabilito- dovrebbe già pagare una consistente penale all’ex pugile.
Comunque c’e’ pronto un sicuro sostituto, un uomo che le ha prese più che date e –nonostante l’aria da bravo ragazzo- è stato purtroppo coinvolto in scandali di natura sessuale. Inglese e reduce dal flop di un sequel (“Che pasticcio Bridget Jones”), Hugh Grant farà meno scalpore e riuscirà assai più gradito al pubblico femminile.
A noi importa soprattutto che la chermesse canora faccia quel che deve: divertirci, tenerci col fiato sospeso fino all’ultimo giorno di gara e dimostrarci che si può fare davvero qualcosa di poco noioso con una materia che non a tutti interessa. Poche chiacchiere, insomma, e buoni testi.
Basta che Bonolis eviti uno stile troppo perbene, che ci consideri tutti molto più intelligenti di quel che siamo e non si senta troppo in dovere di perfezione. Alla fine quel conta non è non avere difetti ma averne di appassionanti.
P.S. In quale serata la Clerici si esibirà in “Le tagliatelle di nonna Pina”? Si accettano scommesse.
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