BIODANZA. SPUNTI PER UN'ESPERIENZA POSSIBILE
Se amate la musica, se amate il fluire del gesto attraverso le note e se avete voglia di ri-nnovarvi o curare il vostro corpo e la vostra anima, la biodanza, per voi, potrebbe essere un’esperienza interessante…
di Arianna Sacerdoti
Il potere di un movimento semplice, spontaneo, come il girotondo; il potere e l’allegria di una musica, trascinante, o rilassante; la possibilità di comunicare con gli altri in maniera profonda, e ritrovare se stessi. Questi alcuni degli ingredienti del Sistema Biodanza - Rolando Toro (nella foto).

Attraverso il movimento, la musica e il rapporto col gruppo (fattore imprescindibile: immaginate una squadra di calcio con un solo giocatore…) la pratica di biodanza favorisce la scoperta, la crescita e l’armonizzazione di potenziali umani, attraverso cinque linee portanti (vitalità, sessualità, creatività, affettività, trascendenza). Linee che, sviluppate, tendono ad integrarsi e armonizzarsi.

L’idea è che di potenziali, di riserve positive, ce ne sono eccome, dentro ogni singolo essere umano. Potenziali inibiti per qualche motivo nell’evoluzione personale della propria vita, per scelte o per educazione, per eventi dolorosi o per adattamento alle richieste dell’esterno. L’inibizione di parti di noi stessi possono diventare molto dannose, impedendoci di vivere con pienezza e consapevolezza.

La Biodanza propone un metodo per attivare questi potenziali in modo piacevole, progressivo, no-stress, e soprattutto, con il massimo rispetto dell’individualità del singolo partecipante.
Non è necessario essere ballerini provetti né esperti conoscitori del proprio io: i movimenti non sono ‘codificati’, non è un corso di ballo. Il senso è proprio nella ricerca libera della propria espressività, coniugata in maniera indissolubile all’emotività e all’identità (come a dire: posso esprimermi se riesco ad emozionarmi… e mi esprimo per come sono io, in questo momento).

Attraverso la pratica di biodanza si possono scoprire poco a poco valori davvero trasgressivi per il tipo di mondo in cui viviamo: il piacere dello stare insieme in semplicità, l’affinamento del non-giudizio e l’accettazione, la scoperta dei propri desideri profondi, la possibilità di comunicare intensamente senza parole.
Scompariranno piccole nevrosi e magari vi affaccerete su finestre che non avreste mai pensato di spalancare, trovando un coraggio e una voglia di vivere e innovare sorprendenti.
Tutto sta nell’avere il gusto della scoperta e del ritorno giocoso ad altri orizzonti di vita, lontani dalla società dei consumi e basati sul valore della vita (da cui la definizione di BIO-danza) in tutte le sue forme.


Il creatore del sistema è un medico e antropologo cileno, Rolando Toro (nella foto), che negli anni ’60 iniziò a interessarsi degli effetti benefici della musica nell’ambito della psichiatria, fino ad estendere le sue ricerche ad individui non psicotici, creando e affinando così il metodo di Biodanza, diffuso ora in molti paesi del mondo. Rolando ha adesso 80 anni ma continua a girare di continuo e a condurre sessioni di biodanza con una vitalità sorprendente.

In Italia c’è una ricca offerta di corsi settimanali, stages e vacanze. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.biodanza.it.

Naturalmente, pur avendo molti spunti giocosi e una solarità di fondo, biodanza non è un gioco. Va bene per alcuni e non per altri, oppure, va bene in certi periodi della vita… la regola migliore è che non ci sono regole. E’ l’individuo innanzitutto che si accorge del richiamo più o meno potente che questa esperienza può avere su di sé: se si è pronti… se si è disposti a rimescolare certe carte della propria vita… se c’è feeling col gruppo e col conduttore… Insomma, la famosa ‘autoregolazione’ che è un’altra delle paroline-chiave di chi ha avuto a che fare con questo tipo di esperienza.
Non è un invito alla prudenza, ma una postilla necessaria: biodanza non va bene necessariamente per tutti e la cosa migliore – se c’è una curiosità – è partecipare per prova ad alcune sessioni: ci si rende conto da soli di tante cose, se c’è un colpo di fulmine, una reazione di indifferenza oppure il rilascio di un malessere (può capitare anche questo).
Il mondo è bello perché è vario, e non tutti i cibi soddisfano tutti i palati: il mio consiglio su Biodanza è di provare e vedere come va. Potrebbe anche essere un’esperienza che cambia la vita: per molti lo è stato (in senso laico, ma con le passioni proprie delle grandi fedi).
Tra gli estremi c’è comunque un grande oceano fatto di persone che – ognuna con i suoi vissuti – condividono momenti di rara intensità, e cercano di portare nelle proprie vite le piccole grandi scoperte fatte nell’alveo protettivo del gruppo. Con un tango, con un valzer o con un rock…


(26/10/2006)