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L'ETERNO DILEMMA: TROPPO SEXY O TROPPO CASTA...
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Alcune donne vestono in modo sexy, altre meno. E fin qui, tutto ok. Ma quando una donna si veste in maniera molto seducente o nasconde totalmente la propria femminilità... Cosa c'è dietro?
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di Dott.ssa Maria Rosa Greco Psicologo clinico e Psicoterapeuta della Gestalt
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Nella mia pratica di psicoterapeuta, come nella vita quotidiana, mi capita spesso, e mi incuriosisce, osservare il modo di vestire delle persone che incontro, come anche il mio stesso modo, e quasi sempre trovo una connessione tra la scelta dell’abbigliamento e il vissuto della propria sessualità e la propria seduzione.
Nella storia della cultura occidentale si sono succeduti svariati cambiamenti. Si è passati dunque dalle scoperte, scandalose per l’epoca, di S. Freud sulla sessualità infantile all’introdurre lezioni di sessuologia nelle scuole, anche se purtroppo ciò avviene solo in alcuni contesti scolastici.
Ciò nonostante, permane spesso una confusione di base, nella gente, sulla funzione sessuale e sugli obiettivi sessuali. E persistono anche ignoranze e pregiudizi circa il mondo della sessualità umana.
Siamo disposti a riconoscere più facilmente gli atteggiamenti e i periodi dell’anno in cui gli animali che abbiamo vicino vanno in calore, mettendo in atto tutta una serie di comportamenti di corteggiamento, ma siamo ciechi sul considerarci esseri che fanno altrettanto parte della natura e che quindi usano seduzione, tattiche di corteggiamento e di fuga da esso col fine di essere inseguiti, ecc. proprio per seguire stimoli, desideri, bisogni di natura sessuale.
Ecco allora che si osservano comportamenti contraddittori rispetto ai messaggi sessuali che si vorrebbero in realtà esprimere. Ciò dimostra che non è possibile separare il comportamento sessuale di un individuo dalla sua personalità globale.
Questa può sembrare un’affermazione quanto mai scontata, ma in realtà nella pratica psicoterapeutica mi capita di sentire spesso affermare “nella mia vita va tutto bene, devo solo risolvere questo problema sessuale”.
La sessualità è un aspetto della personalità, quindi non si può cambiare senza che ci siano modificazioni corrispondenti della personalità stessa, del modo di relazionarsi col mondo di una persona. A sua volta il modo di vivere la propria sessualità modella la personalità.
Quando, in ambito gestaltico, ci si pone l’obiettivo di aiutare un cliente a ritrovare il suo processo di autorealizzazione, ci si riferisce al conseguimento di un equilibrio tra le varie aree di vita, compresa quindi quella sessuale.
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Tornando alla manifestazione esteriore dei propri vissuti sessuali, comunemente si attribuisce ad una donna che veste in maniera seducente (abiti che mettono in risalto le forme, scollature procaci, ecc.) - alcuni direbbero “provocante” (a mio avviso questo giudizio esprime solo un disagio nel trovarsi di fronte alla seduzione) - libertà di pensiero, e magari anche di azione, in ambito sessuale.
Al contrario, alla donna che veste in maniera “casta” (abiti che nascondono le forme, maglie larghe e accollate, ecc.) si attribuisce un disagio, o addirittura la vergogna nel mostrarsi, o ancor più l’assenza di desiderio sessuale.
In realtà, sia nell’uno che nell’altro caso, dal punto di vista terapeutico, se si tratta di una vera ostentazione dei due opposti atteggiamenti, come in altri ambiti, c’è da chiedersi quale problema nasconda il corpo della persona, sia nella sua percezione fisica che nei suoi vissuti interiori e sessuali. L’ostentazione diventa come un grande riflettore col dito puntato che dice “guarda qui”. Un grande riflettore che la persona stessa punta su di sé finendo spesso col rimane tanto abbagliata da non sapere più cosa guardare e cosa non vedere.
Ovviamente, sto assimilando comportamenti eccessivi con possibili problematiche sottostanti, ma, se consideriamo l’espressione della personalità suddividibile in gradini come una scala, ci sono molte altre espressioni della propria sessualità che sono frutto di scelte consapevoli di una persona, sia essa maschio o femmina: ad esempio, vestire sexy perché ci si piace allo specchio o perché si vogliono lanciare messaggi sessuali all’esterno.
La grande differenza è costituita dalla consapevolezza che è contenuta nella scelta e dai condizionamenti, anche questi più o meno consapevoli, che provengono dall’esterno.
D’altra parte, l’essere umano ha imparato ad “atteggiarsi”, così come fanno le altre specie animali in natura. Non a caso si usa l’espressione “pavoneggiarsi” per riferirsi ad un individuo che si mostra attraverso il suo aspetto esteriore per attirare attenzione.
E’ noto come in molte specie animali sia il maschio a rendersi quanto mai attraente nella stagione degli amori per essere scelto dalle femmine.
Attirare attenzione è un comportamento che sorge spontaneo nell’età infantile anche dell’essere umano. Un comportamento spesso, ma non sempre, utilizzato in maniera evoluta anche in età adulta. Nel mondo umano, negli ultimi tempi, la gara alla seduzione e al sex appeal è quasi paritaria tra i due sessi. Prova ne è l’incremento, negli ultimi anni, di riviste e prodotti di bellezza rivolti esplicitamente al mondo maschile.
Anche se nell’immaginario comune continua a prevalere, più o meno sottilmente, il condizionamento dell’uomo “conquistatore” di questo mondo femminile, spesso così misterioso e imprevedibile.
Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800
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(06/07/2007)
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