L’inizio di questo 2005 per la Rai, l’azienda che gestisce il servizio pubblico delle comunicazioni mainstream in Italia, è stato caratterizzato da un crescendo infuocato di errori di gestione, diventati poi veri e propri casi. Un esempio? Anche più di uno!
Cominciando con ordine, si potrebbe iniziare dalla fine dello scorso anno, col “caso” Mara Venier. Da dicembre, per esattezza, era, infatti, pronto un format, creato per trasformare l’esagitatissima signora della polemica, per l’appunto la Venier, da “Regina della Domenica” a “Principessa del prime time”. La trasmissione, che avrebbe dovuto occupare il giovedì sera degli italiani, era A spasso con Mamma.
Niente di nuovo, in realtà abbiamo già avuto modo di vedere questo gioco durante alcuni flaccidi pomeriggi domenicali, quando, dopo un pranzo in famiglia, scopriamo di aver lasciato il telecomando troppo lontano dal divano, e ci costringiamo a guardare Domenica In.
In A spasso con mamma il protagonista è un atletico giovane che deve trascorrere un po’ di tempo insieme a tre attempate signore. Le tre muse non più giovani sono le “Mamme” delle tre concorrenti, tra le quali il giovane dovrà scegliere una compagna, che non avrà modo di conoscere, e qui risiede il nucleo del gioco, fino alla fine. Al fine di fare la scelta migliore, il giovane dovrà sviluppare il suo intuito nel tentativo di capire dalle madri come sono in realtà le figlie.
In poche parole un capolavoro, di cui, purtroppo abbiamo potuto vedere solo una puntata, dopo essere stata rimandata e rimaneggiata per circa un mese. Perché? La spiegazione ufficiale è che il direttore della Rai, Flavio Cattaneo, dopo un complesso rimorso di coscienza, ha deciso di offrire un servizio pubblico di maggiore qualità, sacrificando proprio A spasso con Mamma.
Ma il programma condotto dalla Venier non è l’unica vittima di questa indecisa Rai. La medesima situazione si è, infatti, ripetuta con Starflash. Quella che doveva essere la trasmissione di punta della primavera di Rai Due è, infatti, durata una sola puntata. Giustificazione? Non fa audience. E c’è da aspettarselo quando prendi un format quasi uguale a quello di Furore, trasmissione già di dubbio gusto, e, arricchendo la scenografia con barocchismi che avrebbero fatto rabbrividire uno sceicco negli anni ’80, la fai condurre da due “sorpassatissimi” Jerry Calà ed Elenoire Casalegno. A questo punto viene da chiedersi se i dirigenti Rai osservano quello che accade nella propria azienda o sono troppo occupati a leggere i dati Auditel.
Evidentemente però non leggono con grande attenzione nemmeno quelli, se riescono a tagliare una trasmissione come Questa sera si recita Molière – Nuovo delirio organizzato di e con Paolo Rossi, che in seconda serata aveva raccolto un pubblico di oltre un milione di telespettatori. Giustificazione? Nello spettacolo di Paolo Rossi si usa un linguaggio non consono allo stile della Rai. Come se in uno spettacolo di Paolo Rossi si aspettassero di sentir parlare di sole, cuore e amore. Allora perché è stato tagliato? Le solite malelingue dicono che un certo cavaliere non ami molto la satira di sinistra che porta solo miseria e morte. Sarà vero?
Non si saprà mai. Siamo invece a conoscenza del polverone creato dalla trasmissione Report, che, realizzando un’inchiesta sulla Mafia, ha fatto imbestialire il presidente della regione Sicilia Cuffaro, che pare abbia reagito dicendo: «Ma come, esiste la Mafia?». E allora come reagire all’insolenza dei giornalisti di Rai Tre? Mandando in onda una puntata di Punto e a Capo, trasmissione di approfondimento di Rai Due, in cui si parla delle vittime di “destra” della Mafia e della collusione tra malavita e Coop rosse. Di tutto, di più.
|
|