LIGNAGGIO E PREPARAZIONE PERSONALE
Quando si inizia un cammino di ricerca interiore è facile incappare in truffatori o in sedicenti maestri. Vediamo come riconoscere le persone oneste dagli "imbroglioni"...
di Giancarlo Tarozzi
Dopo la pubblicazione dell'articolo sui mercanti dell'occulto, da più parti mi è stato chiesto come è possibile orientarsi nel vasto mondo delle discipline naturali, scegliere tra le molteplici offerte quelle caratterizzate da un fondo di serietà.

Il fatto è che, nel momento del boom della new è age, si sono creati schemi quasi morali in base ai quali sembra disdicevole, offensivo pretendere di conoscere esattamente il curriculum e la preparazione di chi si propone come insegnante o terapeuta naturale.

Questa situazione è particolarmente diffusa nei popoli a cultura latina; nel mondo anglosassone od in quello francofono, per esempio, chiunque si proponga come operatore in questi settori per prima cosa si premura di far conoscere il proprio percorso personale e professionale.

Se solo ci si pensa per un momento, del resto, questo è esattamente quello che si fa in qualunque altro ambito nel quale ci si debba rivolgere alla consulenza di un esperto. Se ho bisogno di un meccanico, di un elettricista, di un esperto di informatica, o altro è ovvio e naturale che io mi rivolga a persone qualificate che sono in grado di dimostrare il proprio percorso formativo.

Questa semplice regoletta, applicata anche al settore delle tecniche spirituali e terapeutiche, potrebbe far piazza pulita di una buona parte di quelle situazioni che si sono improvvisate negli ultimi anni.

Per insegnare tecniche come lo yoga, per praticare terapie come lo shiatzu, il Reiki, per qualunque tipo di attività a contatto con gli altri, è ovvio e naturale avere seguito dei corsi, delle preparazioni serie e complete. L'assenza di tutto questo, tra l'altro, fornisce ottimi argomenti a tutti coloro che negano completamente la validità dei cosiddetti approcci alternativi. I molteplici maghi, maghetti, dispensatore di consigli cartomantici e numeri del lotto, terapeuti improvvisati, questa grande corte di saltimbanchi del naturale ha dato vita ad un vero e proprio carrozzone ricco di speculazioni che porta spesso chi ricerca qualcosa di serio ad allontanarsi sfiduciato alla prima delusione, alla prima fregatura.


E la cosa è ancor più grave quando si parla di terapie: far leva sul bisogno di persone malate, che cercano assistenza, è un comportamento che credo si commenti da sé.

Questo non vuole assolutamente dire che in quest'ambito non ci siano moltissimi operatori, moltissime tecniche serie; il fatto è che, troppo spesso, chi lavora seriamente non è chi finisce sotto la ribalta dei riflettori, dei Mass media, non è chi ha montagna di soldi da investire in pubblicità su giornali o altro.

Il modo più semplice per districarsi in questa giungla è esattamente quello che accennavo all'inizio: chiedere, pretendere di conoscere esattamente il percorso formativo di chiunque si proponga come insegnante o terapeuta. Del resto, questo atteggiamento mi sembra fondamentale in qualunque settore della propria vita.

Nelle discipline tradizionali, questo concetto viene espresso con il nome di lignaggio. Maestri, dispensatori di saggezza, terapeuti sono ben orgogliosi di comunicare a chi si rivolge loro tutti gli anelli di connessione con la fonte del loro insegnamento. Quando invece ci si trova di fronte a qualcuno che rifiuta di identificare chiaramente quale percorso formativo abbia seguito, quali scuole, quali training abbia completato, o, peggio ancora, rifiuta di fornire prove di quanto afferma, è nel 99% dei casi qualcuno che non ha assolutamente niente da dire. Non esiste motivo per giustificare queste reticenze, salvo la possibilità di essersi inventato il proprio lignaggio. È diritto di chiunque si accosti ad una disciplina, specialmente nel momento in cui spende dei soldi, pretendere la massima chiarezza da parte di chi si propone come esperto.

Per fare un esempio, nel mondo del Reiki, mi è capitato spesso di incontrare persone che avevano ricevuto l'attivazione da maestri che sostenevano di avere dimenticato il nome del master che li aveva preparati. Mi sembra una frase che si commenta da sé, in quanto il lavoro di preparazione di un Reiki master dura un minimo di un anno, e di fronte ad una dimenticanza del genere ci possono essere solo due interpretazioni, entrambe sufficienti per scoraggiare di rivolgersi a questo tipo di figure: la prima è che non abbiano assolutamente compiuto questo training, la seconda è che soffrono di un Alzheimer precoce che li ha portati a dimenticare tutto il loro passato, ed anche in questo caso non hanno certo granché da propone.

Ancora una volta, questo articolo vuole essere una proposta di confronto, di discussione, per cui se avete esperienze da condividere, domande da fare, un vissuto personale da portare alla conoscenza di altri questa rubrica è aperta per ospitarvi.


Per informazioni sulle attività dell'Associazione Pachamama, consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(27/09/2005)