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LA VITTIMA E IL PERCORSO INTERIORE
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Nell'avvicinarsi e intraprendere un percorso di crescita personale non si può non considerare quale valido punto di partenza la rivalutazione e comprensione del ruolo di "vittima" a cui, spesso, ci affidiamo.
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di Giancarlo Tarozzi
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Qualsiasi percorso di crescita interiore e/o di guarigione presuppone il recupero del proprio potere personale. Nella visione Tradizionale, con questo termine non ci si riferisce al potere come viene inteso correntemente (politico, economico, sugli altri etc.) ma alla capacità di esprimere pienamente se stessi e le proprie potenzialità scavalcando e addomesticando i limiti posti dalla mente e (in misura inferiore) dal corpo.
Solo quando la Coscienza riassume il ruolo che le compete, di guida dei piani fisico e mentale, si può parlare realmente di un percorso reale di autorealizzazione.
Il corpo possiede capacità estremamente potenti di autoguarigione e autoregolazione, che però subiscono regolarmente l’invasione e il condizionamento del piano mentale; abbiamo allora i problemi psicosomatici, causa del 99 per cento dei disturbi fisici. Del resto, non è una novità il fatto che l’essere umano sia l’animale con la maggior quantità di malattie, cosa che chiunque viva accanto ad animali avrà senz’altro avuto occasione di notare.
D’altro canto, la mente si trova a svolgere un ruolo che non le compete, quello di Coscienza, a causa della condizione abituale di sonno interiore nella quale si vive generalmente (provate a ripercorrere una vostra giornata media e chiedetevi quanto tempo avete vissuto rispondendo consapevolmente a quanto vi accade intorno invece che reagendo automaticamente agli stimoli ricevuti).
Solo una condizione di risveglio del piano cosciente può riportare ogni cosa al suo posto: la mente riprende a svolgere la sua funzione, quella di computer che elabora i dati delle esperienze vissute, il corpo torma ad essere un veicolo per spostarsi nel piano fisico permettendoci di vivere le esperienze stesse, ma siamo Noi a viverle utilizzando gli altri due piani (corpo e mente).
Solo così è possibile trasformare realmente il proprio rapporto con la vita.
Uno dei più grandi ostacoli che si pongono di fronte a chi sceglie di iniziare un percorso verso il proprio potere personale è la condizione di vittima.
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Con questo termine si indica la tendenza ad incolpare e responsabilizzare gli altri per quello che si è: i genitori, l’ambiente, la cultura, la religione, il governo, magari il tempo atmosferico…
Con questo non voglio certo dire che le esperienze vissute e l’ambiente in cui viviamo non siano quasi sempre responsabili della nostra condizione; il punto è che questo ha senso solo fino a quando non ne prendiamo consapevolezza; un passo importante nel proprio percorso è rendersi conto che niente e nessuno ha potere sulla nostra intangibilità interiore a meno che noi non glielo permettiamo. Sentirsi vittime, invece, costituisce un ottimo alibi per non fare nulla salvo… lamentarsi, e utilizzare questa condizione per ricattare e manipolare il prossimo.
Chi vive il ruolo di vittima, infatti, sembra debole e sottomesso mentre invece è un grande manipolatore: usa il proprio disagio, la propria sofferenza, talvolta i propri disturbi fisici, per avere attenzione e ricevere affetto, senza doversi mettersi realmente in gioco per averli. Per citare gli esempi più classici, il genitore che ricatta i figli dicendo “se non fai come ti dico” oppure “se te ne vai di casa” “mi ammazzi”, “mi farai morire” etc.
La società in cui viviamo è fortemente pervasa da un’ esaltazione della vittima, perché fa vendere i giornali, fa appello al pietismo ed al buonismo, soprattutto è comoda perché permette di rimanere alla superficie dei fatti, ad un livello puramente emozionale…
Voglio proporvi un piccolo esperimento: se nel leggere quanto ho scritto c’è qualche parte che ha suscitato una reazione emozionale, provate a chiedervi se c’è in voi una parte di vittima che si è sentita ferita…
Per informazioni sulle attività dell'Associazione Pachamama, consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.
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(18/08/2005)
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