Cenone - di Natale o di Capodanno - fa rima con esagerazione: è il momento in cui sulle nostre tavole c'è un tripudio di cibi. Con pietanze tradizionali o con specialità esotiche e raffinate, per le feste si cerca di non badare a spese, e di imbandire una cena coi fiocchi.
Ma è possibile cucinare con un occhio all'ecologia e al commercio equosolidale?
Pensiamo di sì: e ci danno una mano per questo alcuni consigli di Greenpeace e di Altromercato, i cui siti (www.greenpeace.it e www.altromercato.it) sono pieni di consigli per un natale... eco ed equo!
Anche durante le feste, anzi soprattutto durante le feste, si può fare qualcosa per il nostro pianeta: e aiutare per esempio le comunità del Sud del mondo che operano per offrire ai loro lavoratori condizioni di vita e di lavoro dignitose, rispettose delle loro tradizioni e anche della biodiversità che in tante zone del mondo è minacciata.
Oltre a fare attenzione al fatto che i cibi che scegliamo provengano da agricoltura biologica o da colture ogm-free, Greenpeace suggerisce di evitare di portare in tavola pesci e crostacei come tonno, pesce spada e gamberoni, sovente pescati con metodi aggressivi: meglio orientarsi sul pesce azzurro, forse meno “pregiato” (ma in fondo, non sono pregiudizi?), ma sicuramente buonissimo.
Limitare i cibi di origine animale comunque, senza per forza inventarsi un cenone vegetariano, avrà effetti benefici sia sulla nostra salute, sia su quella del nostro pianeta.
Per tanti altri cibi, possiamo far cadere la nostra scelta sui prodotti Altromercato, che provengono appunto da aziende che si battono per la dignità delle persone, per la democrazia e per il rispetto dell'ambiente in Paesi dove purtroppo queste tematiche non sono all'ordine del giorno.
Acquistare cibi venuti dal Sud del mondo non vuol dire necessariamente convertirsi a ricette esotiche o servire versioni natalizie del cous-cous. Chi non vuole rinunciare alla tradizione troverà ingredienti per cucinare le ricette più classiche: uvetta sudafricana, cioccolato dominicano e peruviano, frutta secca brasiliana, zucchero del Cile, miele dell'Ecuador.
Comprando questi prodotti, si avrà la certezza che il nostro cenone non avrà parte nello sfruttamento di lavoratori, donne e bambini, e sarà rispettoso di tante culture diverse.
Per saperne di più, ecco due libri da non perdere: Il gourmet equo e solidale (ed. Gribaudo/Altromercato, € 25), per ricette equosolidali da vero chef, e La cucina delle feste di Joan Rundo (ed. Sonda, € 16), con ricette tipiche delle feste di tutto il mondo.
Prima ancora di mettersi ai fornelli, però, va fatta qualche riflessione: pranzi e cene delle feste sono occasioni particolari, in cui la famiglia si riunisce e riesce a passare insieme il momento del pasto, che spesso nel resto dell'anno è frettoloso e sacrificato. Quindi è più che giusto celebrare queste giornate con menu fuori dall'ordinario. Ma dimenticare la sobrietà non è un imperativo categorico: quante volte abbiamo programmato cenoni fatti di innumerevoli portate, senza riuscire poi a consumare tutto? Per non parlare delle immancabili lamentele dei primi di gennaio sullo stato del nostro fegato o sui pantaloni che iniziano a starci stretti...
Calcolare meglio le quantità non toglie nulla al nostro cenone.
Lo sviluppo sostenibile passa anche e soprattutto attraverso un cambiamento della mentalità diffusa: le tradizioni più radicate sono un terreno difficile per questo cambiamento, ma fare qualcosa si può e si deve.
Senza rinunciare al gusto e alla festa, ma assaporandone il sapore più autentico.
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