Celebrata nei versi dei poeti, dipinta dai pittori, ricercata da uomini e donne di epoche vicine e lontane… cos’è la bellezza?
Presente in qualsiasi vocabolario e familiare nelle conoscenze di ognuno di noi è l’idea che può dirsi bello chi possiede qualità estetiche gradevoli alla vista. Definizione questa tanto esatta quanto inevitabilmente incompleta.
Innegabile è il fatto che a provocare sensazioni piacevoli è colui che è bello, ma chi può dirsi tale? Ovvero, quali caratteristiche estetiche determinano la bellezza?
Anche la più accurata delle risposte ad una simile domanda presenterebbe delle lacune perché la bellezza, al pari dell’amore e forse più, esula da principi statici e oggettivi, essendo questa strettamente legata al gusto personale e, ancor di più, al clima culturale dell’epoca che, in massimo grado, ne decreta i canoni.
La mutevolezza delle norme del bello si manifesta non tanto nel caso di un oggetto, di un paesaggio o di un uomo quanto piuttosto in quello del corpo femminile e si esplica nelle rappresentazioni che di questo l’arte e la storia ci tramandano.
La donna nella storia è stata ora esaltata, ora demonizzata, ora amata, ora ripudiata, ora valorizzata, ora sottomessa, ora madre e ora prostituta.
Ruoli, simboli, credenze e pregiudizi si sono susseguiti nei secoli condizionando l’immagine femminile che in base ad essi viene plasmata.
Quale donna può dirsi bella? Prima ancora dei perfetti lineamenti del volto, del colore dei capelli o degli occhi ad oscillare nella storia è la concezione delle ideali proporzioni del corpo.
Se oggi icona di bellezza è la donna snella, in forma e attenta alla dieta (talvolta, purtroppo fino al limite dell’anoressia) per secoli oggetto del desiderio è stata la donna dalle forme rotonde e generose ben diverse da quelle di Kate Moss, modella e modello dei giorni nostri.
Se la posizione sociale della donna ha subito nei secoli profondi cambiamenti, al contrario, il ruolo dell’uomo nel mondo, dall’antichità ad oggi, è rimasto sostanzialmente invariato: lavoro, forza e potere hanno contraddistinto l’universo maschile in società distanti nel tempo e nello spazio. Spalle larghe, pettorali ben scolpiti, addominali a “tartaruga”, braccia possenti e gambe muscolose: queste le principali caratteristiche del corpo maschile che cinema, tv e giornali ci presentano come emblema di fascino e virilità e che rispecchiano fedelmente le figure statuarie esaltate da millenni.
Ovviamente c’è chi, con qualche chilo di troppo, afferma sicuro che ogni “lei” è attratta dalla pancetta e adora “aggrapparsi” alle “maniglie dell’amore” e chi, invece, dal fisico fragile e il volto da bambino, è pronto a giurare di essere desiderato follemente proprio per quel viso angelico.
Tuttavia, né l’uomo con il rotolino né quello dal dolce aspetto, pur avendo conosciuto i loro brevi periodi di “gloria”, sono riusciti a scalfire l’eterno stereotipo del maschio forte e muscoloso: bionde o brune, floride o esili, casalinghe o in carriera, le donne di tutti i tempi hanno sempre sognato un eroico e possente principe azzurro…
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