APPUNTI MALESI (6)
LE MAREE, IL FLUIRE, IL TAO.

Agosto è lontano, ma gli spunti e le esperienze vissute in momenti passati possono essere più che mai attuali anche quando l’inverno è imminente…
di Giancarlo Tarozzi
Nell'isola di Lankayan, uno stupendo atollo praticamente incontaminato sperduto nel mare di Sulu, a nord del Borneo, ho ancora una volta assisto allo spettacolo magico e per me meraviglioso delle maree: quando arrivo sull'isola la spiaggia non è che una striscia di polvere finissima bianca, cristallina ed abbagliante, circondata dal mare altrettanto risplendente, ma poche ore dopo l’acqua inizia a ritirarsi, attratta dalle forze combinate del sole e della luna ed i fondali lentamente affiorano: quello che prima era sott'acqua emerge alla luce del sole.

Ma anche questo è destinato a mutare molto velocemente. Passa un po' di tempo, e l’oceano inizia lentamente a riconquistare il terreno perduto e così via, in un susseguirsi di avanzate e ritirate che procede immutabile da migliaia e milioni di anni.

Questo fa riflettere sul significato reale del concetto di Mutamenti, espresso per esempio dai cinesi nell’I King (Libro dei Mutamenti)

Nello stesso simbolo dello Yin e Yang vediamo un cerchio diviso in due parti, una bianca ed una nera; ma in ognuna di esse è presente un cerchietto del colore opposto, che sta proprio ad indicare come, ogni volta che una situazione raggiunge il suo massimo, ha in sé i germi dell'inizio di una analoga ma di polarità opposta.

Rimanere ad osservare il movimento lento ed inesorabile delle onde della marea, estremamente piccole ma con una potenza inarrestabile ed ineluttabile, ognuna delle quali termina leggermente più avanti, nel caso della marea crescente, oppure leggermente più indietro, nel caso di quella decrescente, rispetto a quella precedente, è un ottimo spunto per confrontarsi con l'esperienza della propria esistenza.

Quante volte, nel gioco mutevole prodotto dalla mente, è proprio nel momento di maggiore sconforto, di maggior scoraggiamento che inizia la risalita,> il recupero verso una condizione decisamente migliore… E quante volte avviene il contrario... proprio quando si è certi di aver raggiunto tutto ciò che si potrebbe desiderare, e ci si sente bene ed in armonia con tutto quanto esiste, accade qualcosa che rimette tutto in discussione ed inizia una nuova parabola discendente…

Solo la mente, soltanto lei può illudersi di poter controllare una qualsiasi situazione cristallizzandola. Ma la Realtà non è poi così interessata al prodotto dell'ego dell'essere umano. E così, come la storia delle civiltà che si sono susseguite in questo pianeta mostra un preciso andamento ciclico, sinusoidale, e non certo una retta continua che punta verso l'alto, la stessa cosa avviene nell'esperienza di ogni essere vivente. Comprendere questo, entrare veramente in armonia con il fluire delle maree che accompagnano ogni istante della propria vita, significa andare in direzione dell'armonia e ridurre in maniera consistente, se non totale, il livello di sofferenza di una mente che non fa altro che attaccarsi freneticamente alle cose già acquisite, ai risultati, all’illusione di possedere qualcosa.

In questo periodo si parla abbastanza del 2012, che secondo molti calendari dell’antichità, tra cui in particolare quello Maya, segna la fine di un ciclo, di un’era cosmica. Molti associano a questo concetto un’idea catastrofista, Hollywoodiana, da colossal della “fine del mondo”; il concetto Maya non è tutto sommato diverso da quello delle maree: un’era sta volgendo al termine, ed è necessario che ciò avvenga per lasciar spazio a nuove esperienze e cicli evolutivi.

Tornando all’esperienza individuale, il ciclo ineluttabile scandito dalla Luna (ben conosciuto in particolare dalle culture matriarcali) sta a ricordare ad ognuno quanto, proprio quando tutto sembra perduto, quando le cose sembrano senza speranza, è necessario il massimo dell’impegno nell’agire, e non certo il crogiolarsi in un facile vittimismo, perché la spinta più forte di una nuova avanzata delle maree nella vita di ognuno avviene proprio al culmine della ritirata di quella precedente. Perdere l’occasione, stare a crogiolarsi in depressioni e passività, significa perdere un “giro di giostra” e dover attendere l’occasione successiva, che arriverà senz’altro. Ma, visto che il Viaggio della vita ha una durata limitata e le esperienze possibili sono moltissime, conviene realmente perdere tempo?...



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Foto di Maria Rosa Greco


(07/12/2007)