Il film, tratto da un romanzo dello storico e filosofo Mircea Eliade, é ambientato in Romania. Tim Roth é Dominic Matei, uno studioso che lavora da tutta una vita sulle origini delle lingue. A seguito di un incidente, il suo corpo ringiovanisce e la sua intelligenza sembra ampliarsi in maniera misteriosa. Diventa cosí oggetto di grande interesse da parte degli scienziati nazisti. Nella fuga che segue, Dominic ha la possibilitá di tornare a vivere l’amore che, in gioventú, aveva abbandonato per dedicarsi agli studi; ma il dilemma tra amore e conoscenza lo attanaglia nuovamente.
Il nuovo film di Francis Ford Coppola é particolarmente atteso, perché arriva dopo quasi 10 anni da “L’uomo della pioggia”. É un tipo di cinema, però, diverso dai film che lo hanno reso famoso: “Youth Without Youth” é una produzione piccola e indipendente, per molti aspetti lontana dagli schemi hollywoodiani.
Certo, é un progetto coraggioso, almeno nelle intenzioni. Francis Ford Coppola, invece di cercare il facile successo, si mette in gioco con lo stesso spirito di un esordiente, e fa un film che - come lui stesso afferma - è di difficile comprensione.
Tuttavia, a discapito delle ottime intenzioni, la sensazione é che il regista non sia riuscito a valorizzare il materiale di cui disponeva. Prendiamo gli attori: il cast é di prima categoria, ma quando Tim Roth e Bruno Ganz si trovano assieme sullo schermo, il risultato é molto inferiore alle aspettative. Sembra che ognuno vada per la sua strada, non c’é dialogo, elettricità tra i due interpreti.
L’immagine resta comunque di grande qualità, affascinante ed espressiva. Ma non é sufficiente a tenere in piedi il film. Il grande respiro temporale e la frammentarietà del racconto, invece che essere pregi, creano una grande distanza tra il film e lo spettatore, che fatica a partecipare emotivamente.
Se nelle intenzioni di Coppola c’era, invece, un’operazione critica sul romanzo da cui “Youth without youth” è tratto, anche in questo caso mi sembra che il risultato lasci a desiderare. La sceneggiatura ne introduce diversi elementi forti (la sete di conoscenza, il tempo, l’amore), ma non ne sviluppa nessuno in particolare.
Il film, che è stato presentato alla seconda edizione della Festa del Cinema di Roma, esce ora nelle sale. Ci vorrà certamente del tempo per capire se Coppola ha vinto la sua sfida, o se questo rimarrà uno dei titoli minori della sua prestigiosa filmografia.
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