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UNA GUIDA VERDE PER L'ELETTRONICA. A CURA DI GREENPEACE
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Lo scorso 19 settembre è stata aggiornata per la quinta volta, da quando è entrata in vigore, la Guide to Greener Electronics. Attraverso questa iniziativa, il suo fautore Greenpeace sta cercando di sensibilizzare i colossi dell’elettronica verso una politica e una pratica sempre più ecologica, nell’ambito della produzione e del conseguente smantellamento dei propri prodotti.
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di Serena De Santis
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Forse pochi ne sono a conoscenza, ma dall’agosto 2006 finalmente anche i produttori di apparati elettronici sono sotto stretto controllo. L’operato di quattordici industrie potentissime viene infatti messo in esame ogni tre mesi e i risultati emersi pubblicati da quella che Greenpeace ha chiamato “Guida ad un’Elettronica più ecologica”.
Grandi colossi, quali Nokia, Dell, HP, Sony, etc. hanno un fortissimo impatto non solo economico ma soprattutto ambientale sul nostro mondo. Gli apparecchi elettronici sono oramai presenti in quasi ogni casa. Sempre più accessibili, i televisori, PC, telefonini, vengono acquistati e poi dimessi con una facilità sorprendente. Pochi sono però coloro i quali si informano su come e dove debbono gettarli. Alle volte seppure informandosi sono le stesse case produttrici che non sanno dare una risposta esaustiva in ambito di riciclaggio. Ed ecco che vengono abbandonati al ciglio di una strada, procurando danni ambientali inimmaginabili.
I vecchi ed anche alcuni nuovi apparecchi sono difatti costruiti con elementi altamente nocivi sia per la nostra salute che per l’ambiente che ci circonda. PVC e BFR, rispettivamente la sigla per il Vinile e per il Bromo, sono ad esempio composti chimici, chiaramente al massimo grado inquinanti, che si ritrovano nell’elettronica sia del semplice telefonino che del più complesso frigorifero.
Per ovviare a questa dilagante epidemia, Greenpeace ha pensato di controllare severamente l’operato dei grandi produttori di apparecchi elettronici e per fare ciò ha inventato la suddetta guida che funziona mediante una carta punti. Questi ultimi si ottengono in base a dei criteri che servono a giudicare e quindi a classificare le aziende, da un punteggio minimo di 0 ad un massimo di 10. Per esempio un’efficace politica chimica basata sulla precauzione e volta ad identificare le sostanze problematiche al fine di sostituirle o una politica responsabile del recupero e riciclo anche nei paesi, seppur lontani, dove i propri apparecchi vengono venduti, ottengono sicuramente dei punteggi positivi.
Questa carta ha sostanzialmente lo scopo di mostrare quale tra le più importanti compagnie di elettronica sta facendo il più possibile per rimuovere le sostanze chimiche tossiche dai loro prodotti e quale sta avviando una efficace politica di riciclaggio. I problemi principali in ambito ecologico sono difatti due e strettamente collegati tra loro. L’uso di prodotti chimici tossici negli apparecchi ostacola difatti un’efficace e sicuro riuso o smantellamento di questi. Riducendo o eliminandone l’utilizzo si diminuisce l’inquinamento e si ottiene un riciclo più sano, facile ed economico.
In base alle dichiarazioni e le informazioni fornite dai singoli produttori e in base alle ricerche svolte da Greenpeace, al primo posto della classifica si trova la compagnia Nokia, che con un punteggio di 8 su 10 è al momento la più sensibile alla problematiche ecologiche. Questa grande casa ha difatti eliminato completamente i PVC dai nuovi modelli di cellulari e si sta fortemente impegnando per quanto riguarda il BFR. Inoltre è impegnata in una forte politica di informazione verso i propri clienti e di recupero soprattutto in America Latina e in Africa del Nord e del Sud.
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Tuttavia una forte pecca la si trova nei periodici report che Greenpeace ha richiesto alle compagnie, al fine di controllare ed analizzare gli effettivi cambiamenti e progressi. I report si basano sostanzialmente sul numero di rifiuti elettrici e di apparati elettronici (WEEE – waste electrical and electronic equipment) che vengono raccolti e riciclati dalle compagnie. Nokia ha dichiarato nel settembre 2007 una percentuale del 2% di cellulari ritirati e riciclati senza specificare in che periodo ciò è avvenuto e in riferimento a quale percentuale di vendite.
L’azienda Dell, invece, segue al secondo posto con 7,3 punti su 10 a pari merito con la Lenovo. Entrambi i produttori si sono totalmente impegnati a ripulire i propri apparecchi da sostanze nocive, ma attualmente non è stato commercializzato ancora nessun prodotto con le caratteristiche richieste. La Dell inoltre durante l’anno passato ha raggiunto una percentuale del 12% di cellulari ritirati e correttamente riciclati.
Nella classifica seguono, in ordine decrescente di punteggio, la Sony Ericsson con 7, la Samsung e la Motorola con 6,7, la Toshiba e la Fujitsu-Siemens con 6, Acer con 5,7, Apple e HP con 5,3, la Panasonic con 5, LG Electronics con 4,3, e la peggiore la Sony con 4. Quest’ultima compagnia ha ottenuto la bandiera nera nella classifica in quanto ha iniziato molto gradualmente, rispetto alle altre, a ritirare gli apparecchi nocivi e a riciclarli. Le percentuali sono ancora molto basse. Inoltre sebbene sia in Europa membro dell’European Recycling Platform e in Usa dell’Electronic Manifacturers’ Coalition for Responsible Recycling non opera correttamente, anzi in Usa chiede ai consumatori di pagare i costi di recupero!
Questa guida, come dichiara Greenpeace, ha lo scopo di “pulire” il settore dell’elettronica e di fare in modo che le case di costruzione diventino responsabili dell’intero ciclo che ogni loro singolo prodotto compie, dall’inizio alla fine, incluso le scorie che questi producono una volta dimessi. Grazie all’impegno di questa associazione molte cose stanno cambiando, ma chiaramente sarebbe meglio imparare a prevenire prima di arrivare a doversi curare. Certo le case produttrici sono responsabili di ciò che immettono sul commercio, ma come ben si sa, dove cresce la domanda aumenta l’offerta.
Questo per dire che noi consumatori dovremmo essere i primi a limitare il consumo di questi apparecchi e dovremmo educarci a non gettarli come semplici rifiuti. Se prima molto era lasciato all’ignoranza, ora grazie a questa guida siamo in grado anche di scegliere coscientemente la compagnia meno dannosa!
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(27/09/2007)
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