Ai primi di settembre, a Milano, presso il Teatro dell' Elfo è stata presentata la nuova stagione in una conferenza stampa dai toni disincantati e ironici, alla presenza dell' Assessore della cultura Vittorio Sgarbi e di Elio de Capitani e Ferdinando Bruni.
La frase di Verlaine(vedi sommario) scelta per introdurre questa stagione sottolinea quanto rimanere se stessi per i Teatridithalia non voglia dire guardarsi indietro per preservare chissà quale patrimonio di arte e di sapienza teatrale.
Vuole invece sottolineare come la forza anarchica dell'immaginazione e la passione per l'arte abbiano in questi molti anni sempre alimentato le scelte spesso rischiose di questo teatro che, con il CRT, rimane uno dei bastioni della sperimentazione in Italia.
Una totale disponibilità a rimettere continuamente in discussione i dati acquisiti, dogmi e teorie, e con essi anche le parole e le forme che si usano per esprimerli.
Ciò che un tempo esprimeva saggezza oggi può restare il più trito dei luoghi comuni.
Dunque ecco aprirsi un stagione che tra produzioni proprie e ospitalità si preannuncia interessante e appassionante.
Si comincia subito con il festival MilanoOltre che dal 28 settembre al 14 ottobre si svolgerà a Milano, tra Elfo, Dal Verme e Spazio Pim.
La città è il mondo è il titolo della XXI edizione: sei appuntamenti che offrono uno spaccato della danza e della musica contemporanea. Il programma ha al centro l’evento dedicato al grande lavoro per orchestra di Louis Andriessen, tra i massimi compositori contemporanei, che musica il testo platonico de La Repubblica.
Il vivere in società è il tema che lega produzioni di danza tra loro diverse, con personalità affermate e nuovi volti della coreografia contemporanea. Dave St-Pierre indaga sull’amore come mezzo di verifica della propria esistenza, Eeva Muilu gioca crudelmente e con leggerezza con le istanze della creazione artistica. Hofesch Schechter mette in scena l’intimità di un gruppo di giovani e giovanissimi sullo sfondo di una continua ridefinzione dell’identità, mentre Nora Chipaumire si confronta con un’amara memoria personale che è anche quella del suo paese, lo Zimbawe.
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Rafael Bonachela, invece, propone duetti e assoli in cui si dà il senso di una riflessione sul ruolo del performer sul palcoscenico, continuamente sfidato da musiche o da oggetti di scena. Come nel celeberrimo Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla, la visione ondeggia al ritmo dei tanti movimenti della città attuale e la rassegna MilanOltre ne racconta alcuni ritmi importanti.
Contemporaneamente parte la stagione il 25 settembre con Psychomuzikal, Dennis Gaita ritorna con la sua compagnia composta da disabili psichici e fisici, che hanno già portato di fronte al Parlamento Europeo la Norma Traviata, considerata un piccolo capolavoro, in occasione dell'anno europeo del disabile (2002).
La compagnia teatral-musicale La Stravaganza da diversi anni lavora sul disagio pshichico e psicofisico attraverso la musicoterapia e la teatroterapia. Gli spettacoli su testi improvvisati dai pazienti, operatori e volontari rielaborano i luoghi comuni del repertorio lirico in chiave ludica e affettuosamente dissacrante. Denis Gaita e Stravaganza vogliono dimostrare che lo stonato è un matto curabile, e viceversa, che il 'matto' è una strana specie di stonato, altrettanto suscettibile di una nuova intonazione. I risultati clinici sono strabilianti: tutti i pazienti che partecipano all’attività riducono di anno in anno di almeno metà il dosaggio psicofarmacologico e i giorni di ricovero e, molti, “abbandonano” l’associazione per laurearsi, sposarsi, lavorare, insomma, incontrare il mondo.
Psychomuzikal è l’ultima fatica in corso, e conferma tutti gli assunti. In un luogo di emarginazione, fra sacchi di spazzatura e sacchetti di chellophane, uno psicoanalista muto e un paziente down si confrontano in una serie di sogni. Primo fra tutti: uscire dalle gabbie della vita quotidiana abile o diversamente abile attraverso fantasie cinematografiche e musicali. E, come per tanti, uno dei sogni più dorati è il musical. Solo che questa volta a metterlo in scena saranno disabili e barboni, a dimostrare la forza terapeutica del sogno e la possibilità di attuarlo anche in condizioni di limite.
Succederà così che personaggi storicamente esclusi dai clamori delle scene si improvviseranno, con grazia insospettata, Fred Astaire e Ginger Rogers, trasformando Dancing in the Dark in un numero punk, Tea for Two in un inno alla dieta degli emarginati, Over the rainbow in Over ze Rambo, scanzonata parodia dei sogni culturisti, Dont’t Cry for me Argentina in una liberazione dai miti mediatici e Jesus Christ Superstar in Pover Crist Superstar, gloria finale dei deboli e dei dimenticati.
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