Quella di tingersi i capelli è un'usanza le cui origini si perdono nei tempi: nell'antica Grecia, nel V secolo a.c., Menandro - commediografo ateniese - si lamentava dell'eccessiva vanità delle donne solite cambiare il proprio colore di capelli di frequente con tinture vegetali. Nell'antica Roma, successivamente, con una miscela di cenere di betulla, sego (grasso di bovino), tuorlo d'uovo e fiori di camomilla come riflessante per i capelli scuri; questa stessa inclinazione a schiarire i capelli bruni trovò diffusione tra le donne veneziane del periodo rinascimentale tanto che erano solite usare una tintura a base di zafferano, fiori di lupino, salnitro ed altre sostanze. In epoche più recenti, poi, la tintura venne limitata al coprire i capelli bianchi e solo negli ultimi decenni, grazie agli sviluppi della ricerca cosmetica, il fenomeno della tintura è tornato ad essere quel vezzo che le donne amavano concedersi nell'antichità.
Mentre prima, ma sempre in epoca moderna, le tinture si trovavano esclusivamente dai parrucchieri, in seguito hanno cominciato a diffondersi nelle farmacie e nei supermercati incoraggiando il "fai-da-te": oltre a non dare sempre il risultato sperato, le tinture fatte in casa sembrano essere anche tossiche, soprattutto per le tinture permanenti (hanno maggior durata nel tempo); possono causare allergie o irritazione del cuoio capelluto soprattutto a causa della presenza di ammoniaca nella composizione - lo scopo dell'ammoniaca è favorire il processo di ossidazione degli agenti chimici contenuti nella tintura che consentono la penetrazione delle sostante coloranti nel capello. Le sostanze chimiche e tossiche, inoltre, penetrano nel cuoio capelluto e metabolizzate dal sistema sanguigno.
Nel 2001, l’International Journal of Cancer pubblicò uno studio condotto a Los Angeles dal titolo “Use of Permanent Hair Dyes and Bladder Cancer Risk” che partiva dall’esame di 1514 casi di donne colpite da tumore alla vescica per scoprire che ben 897 casi riguardavano donne che avevano fatto uso di tinture coloranti permanenti per i capelli. Una seconda ricerca fu pubblicata nel gennaio del 2004 sull’American Journal of Epidemiology a seguito di una indagine compiuta da un gruppo di ricercatori della Università di Yale tra il 1996 e il 2002: su un campione di 1300 donne residente nello Stato del Connecticut, mostra come coloro che avevano cominciato a tingersi i capelli prima del 1980 hanno corso un rischio di contrarre il linfoma di Hodgkin del 40% superiore alle altre, con un rischio raddoppiato per le donne che hanno usato tinture permanenti a colorazione scura e che si sono colorate i capelli con frequenza superiore alle otto volte l’anno per almeno 25 anni.
La soluzione a questo problema potrebbero essere le tinte naturali che si trovano facilmente in erboristeria, quelle senza ammoniaca nella composizione, che evitano al corpo il contatto con sostanze chimiche e tossiche - dannose, alla lunga.
Cambiare è bene quando lo si fa nel rispetto di se stessi e del proprio organismo: tingersi i capelli, cambiare faccia, colorare la propria anima è bello, indice di rinnovamento, del desiderio di riscoprirsi nuove ma - come tutte le trasformazioni - anche questa modificazione deve essere realizzata con cura e amore verso se stessi.
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