ABITAZIONI ECOLOGICHE. L'ALTO ADIGE FA SCUOLA
Una casa costruita secondo i criteri della bioedilizia fa risparmiare energia e soldi: con il progetto Casa Clima dall'Alto Adige viene la dimostrazione che incentivare comportamenti virtuosi si può.
di Miriam Giudici
È un dato di fatto: sentiamo continuamente parlare in toni allarmistici di riscaldamento globale ed esaurimento delle fonti energetiche (petrolio e combustibili fossili in primis). In più, proprio in questi giorni abbiamo sotto gli occhi gli effetti della mancanza di energia elettrica in Sicilia: il problema dei black-out estivi può estendersi ad altre regioni, e dovrebbe farci riflettere su quali provvedimenti concreti possiamo mettere in atto, come individui e come collettività, per iniziare a risolvere, o limitare, il problema.
Ogni tanto fa bene scoprire che qualcosa si muove: e dobbiamo andare in una delle province più fredde d'Italia per capire come discorsi e ammonimenti generici possano essere messi in pratica con successo.

Casa Clima – KlimaHaus: è questo il nome scelto dalla Provincia autonoma di Bolzano per un progetto ambizioso, che per primo in Italia si adegua finalmente alle normative europee sulla certificazione energetica degli edifici. Una scelta all'avanguardia non solo rispetto all'Italia, ma anche al resto dei Paesi europei.
Di cosa si tratta? In sostanza, di un obbligo di certificazione energetica introdotto dalla Provincia nel 2005 per tutte le case di nuova costruzione: che devono dimostrare, per ottenere il via libera ai lavori, di essere progettate per consumare meno di 70 kiloWatt/ora per metro quadrato.

Un obiettivo ambizioso, se si pensa che le case tradizionali possono arrivare a consumare anche 120kWh. Ma un obiettivo che torna a essere realistico, se si pensa che già oggi vengono rilasciati certificati di quattro tipi: oltre a quello “base” (Casa Clima C), esistono anche i certificati Casa Clima B per consumi energetici inferiori ai 50kWh, Casa Clima A per un consumo inferiore ai 30kWh, e addirittura Casa Clima Oro per un consumo inferiore ai 10kWh.
Per avere più chiare le proporzioni: 10kWh corrispondono a un litro di gasolio o a un metro cubo di metano.
E per avere le idee ancora più chiare sui risultati: oggi in Alto Adige molte imprese non costruiscono nemmeno più abitazioni di Classe C, e alcune ne costruiscono solo di Classe A oppure Oro.

Come è stato possibile introdurre, e con successo, una normativa che a prima vista sembrerebbe inattuabile in tante realtà?
In queste zone giocano due fattori: una coscienza ecologista più forte e coltivata che altrove, e il coinvolgimento di esperti artigiani locali, che hanno saputo applicare nel concreto i dettami della bioedilizia, coniugando accorgimenti e saperi vecchi di secoli con le nuove tecnologie e gli studi più avanzati.

Nel concreto vuol dire prima di tutto pensare a case isolate termicamente, dalla forma compatta, con la zona giorno esposta a Sud e illuminata da grandi finestre e la zona notte esposta a Nord, dove le finestre sono poche e piccole: così si sfrutta al massimo l'energia che naturalmente viene dal sole, concentrandola dove serve e limitando le dispersioni.
Poi significa sfruttare questa stessa energia con pannelli termici e fotovoltaici, sufficienti a fornire acqua calda ed elettricità. Anche le centrali termiche a biomasse sono molto sfruttate in Alto Adige.
Infine significa scegliere materiali ecocompatibili e innocui per la salute: legno, sughero, vetro, argille per gli intonaci.


Il tutto senza rinunciare al comfort e anche all'estetica. E soprattutto senza che ne risenta il portafoglio: se l'investimento iniziale è più alto della media, i costi vengono presto recuperati grazie al grande risparmio energetico che deriva dal tagliare drasticamente il dissipamento termico, che in Italia arriva, in casi estremi, al 50% (ovvero: possiamo arrivare a sprecare, per una cattiva progettazione, la metà dell'energia che utilizziamo e paghiamo).

Abbiamo detto che è forse una tradizione ecologista più sviluppata della media a fare della Provincia di Bolzano una specie di isola felice, dove al livello della popolazione comune certi temi sono molto sentiti come anche il concorso Migliore Casa Clima dell'anno .

Bisogna dire anche che questo atteggiamento è rispecchiato in pieno dalle istituzioni: quando si parla di edilizia ecologica non è solo il privato a doversi adeguare, ma è in primo luogo il pubblico a dare l'esempio. Il Municipio di Brunico, il Distretto Sanitario di San Martino in Badia e tanti altri edifici pubblici di nuova costruzione sono la dimostrazione che anche per edifici complessi e di grosse dimensioni si può, e si deve, raggiungere l'obiettivo del risparmio energetico.

E il progetto inizia a fare scuola: sono allo studio provvedimenti analoghi nella provincia di Trento e di Reggio Emilia, mentre il comune di Roma ha stabilito che dal 2008 ogni edificio di nuova costruzione dovrà alimentarsi almeno al 30% con fonti rinnovabili, e la produzione di acqua calda almeno al 50%.
A livello nazionale esiste uno schema di decreto legislativo in materia che risale allo scorso ottobre, ma è ancora da approvare in via definitiva. Incrociamo le dita!


(29/06/2007)