Peter Parker, alias l’Uomo-Ragno, è fidanzato con la ragazza dei suoi sogni, la bella Mary Jane Watson. Combattuto tra doveri di super-eroe e l’esigenza di una vita affettiva normale, Peter sembra aver trovato stabilità, quando, improvvisamente, una misteriosa sostanza nericcia minaccia la sua integrità di uomo e di persona…
Dal genio visionario di Sam Raimi, appassionato regista degli eroi di casa Marvel, arriva sul grande schermo l’ultimo episodio della fortunata saga dell’Uomo-Ragno, pellicola cult che racconta le avventure del popolare Peter Parker nelle vesti di Spider-Man. Come credibile ritratto gotico del perdono e dell’equilibrio umano, questo terzo capitolo sulla vita dell’eroe fumettistico di Stan Lee (presente nel lungometraggio in un cammeo d’effetto) si avvale ancora una volta del sostegno di un cast artistico impegnato, capitanato per l’occasione da un sempre abile Tobey Maguire nei panni del supereroe innamorato della vita e delle sue debolezze.
Attraverso la creazione di una sceneggiatura contrita e particolarmente accattivante, volontariamente modificata rispetto alla versione originale a favore di una visione forse più intima e completa del personaggio dell’Uomo-Ragno, questa volta alle prese non solo con potenti nemici ma anche con i lati più oscuri della sua plurivalente personalità, si racconta un Peter Parker apparentemente stabile nella vita e negli affetti, uno spider-man ancora profondamente ferito per la morte improvvisa di suo zio Ben, ucciso a sangue freddo da un ladruncolo di strada.
Quando Peter scopre, dopo una serie di vicissitudini, che l’Uomo Sabbia (ex delinquente vittima di un esperimento molecolare) è in realtà il vero assassino del suo amato zio, una misteriosa e minacciosa sostanza nericcia si incolla improvvisamente al suo costume di supereroe, pervadendone la trama sintetica ed accentuandone le tonalità ombrate. Con i nuovi toni auto-celebrativi ed edonistici e dal mutato costume nero corvino, Spider-Man si trasforma allora in un arrogante giustiziere in cerca di vendetta, un ambiguo cattivo esaltato dalla sua stessa condizione di supereroe.
Con eleganza compositiva e prettamente fumettistica, il nuovo manto nero dell’eroe metropolitano si innesta con charme nell’anima dello spettatore, il quale finisce per invaghirsi del simbionte alieno e di quella stessa coscienza effimera che l’oscuro Peter Parker mostra di possedere. In perfetto stile “Raimiano” Spider-man 3 riflette i mali della società moderna all’interno del famoso connubio tra male e bene. Di quali e quante misteriose particelle è composta l’anima umana? Qual’è la natura della loro spontanea ma contorta aggregazione e più ancora come comprenderne il potere e l’inevitabile dipendenza? A tali domande il film tenta di dare risposta raccontando l’alter-ego antitetico a Spiderman; una sorta di affascinate sublimazione della plurivalente ambiguità e del doppio umano.
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Nel film di Raimi il tema del doppio e della dualità degli esseri viventi, spesso divisi tra sensazioni di pace e di oscura rivalsa, diventa il filo conduttore di una pellicola magistralmente sceneggiata e particolarmente apprezzata anche per la raffinatezza degli effetti speciali. Nella tridimensionalità quasi tattile delle immagini dell’Uomo Sabbia e in quelle lucenti del simbionte Venom, creati grazie all’utilizzo di software rivoluzionari nell’ambito della Computer Graphics e delle riprese live action, riscopriamo svolte e passaggi narrativi d’effetto non solo per la struttura dei dialoghi, diretti ed incisivi, ma anche per l’interpretazione bilanciata dell’intero cast artistico.
Dopo 140 minuti di proiezione, la vicenda dell’eroe mascherato si rivela nel suo genere un vero e proprio film d’autore. Una nota di merito va all’estrema profondità della scena gotica che ritrae Spider-Man accasciato sotto la pioggia sul campanile di una chiesa. Il rilassamento muscolare del corpo, quasi abbandonato a se stesso e a quella pressante forza di gravità che lo spinge verso il basso, suggerisce coesione e fratellanza; suggerisce comprensione per tutto ciò che solitamente designiamo con il termine “vita”.
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