Da una ricerca su larga scala che ha seguito lo stato di salute di circa 5000 persone dal 1948 (Framingham Heart Study), Ordovas ha scoperto che certe varianti genetiche possono proteggere da malattie cardiovascolari indotte dalla dieta, mentre altre possono invece aumentare i rischi. Infatti è noto a tutti che molte persone possono fumare e vivere a lungo o mangiare molto senza ingrassare, però non sappiamo chi è così fortunato. Diciamo che nel corso della vita ogni individuo capisce più o meno le proprie predisposizioni. La nutrigenomica offre la possibilità di sapere in anticipo la relazione tra cibo e salute a livello individuale. Ciò permetterebbe a molti di evitare problemi che potrebbero sopraggiungere con il tempo. In particolar modo, oggi, i ricercatori hanno trovato legami tra geni, dieta e malattie cardiache.
Per dare qualche dettaglio tecnico: gli individui con la variazione del gene apolipoproteina E (APOE) e4 nascono predisposti alle malattie cardiache. Per queste persone, una dieta ricca di grassi, il fumo, o un indice di massa corporea (IMC) elevato sono molto nocivi. Per esempio, hanno livelli di glucosio nel sangue più elevati della norma, un fattore di rischio per le malattie cardiache, ma sono anche le persone che reagiscono meglio ad un' alimentazione con pochi grassi e colesterolo, e quindi sono quelli che dovrebbero davvero seguire una dieta.
Oggi esisterebbero già dei test, ma se si ha la variante APOE e4, oltre ad essere a rischio aumentato per le malattie cardiache, per le quali si può fare qualcosa, si è anche a rischio aumentato per la demenza, per la quale non si hanno ancora soluzioni. Ovviamente ciò crea problemi legali ed etici in relazione al somministrare i test.
Inoltre i pochi test oggi disponibili possono dare indicazioni nella direzione giusta, ma non sono neanche lontanamente un verdetto finale. Il loro valore dipende anche dalle informazioni che il consumatore riceve. Dunque nel caso in cui l'utente riceva insieme ai risultati consigli attenti sulla dieta, con molta probabilità non possono essere nocivi, ma possono apportare benefici. Si è visto che le persone che hanno fatto il test e sono andati da un dietologo hanno ottenuto risultati migliori di chi è stato visitato solo dal dietologo. Il paziente sta più attento perchè percepisce i consigli come indicazioni molto specifiche.
Questo studio anche se importante come sempre indica che solo ciascuno di noi può davvero curare sé stesso. Non esistono rimedi miracolosi, ma potrebbe essere un grande aiuto per molti sapere fin dal principio come tutelare davvero il proprio organismo, la macchina che ci fa vivere. Resta da chiedersi: quanto un soggetto che viene a conoscenza della propria possibilità di sviluppare malattie cardiache all'aumentare del peso, è in grado di stare più attento alla dieta?
|
|