PERCHE' AGLI ITALIANI PIACE LA FICTION. INTERVISTA AD ALEX PARTEXANO
Attore di successo che negli anni ha costruito un curriculum di tutto rispetto. Oggi, interpreta il brigadiere Murra nella sesta edizione della Fiction “Carabinieri” e ci spiega perchè la fiction è così amata dagli italiani...
di Janet De Nardis
D - Hai iniziato a lavorare giovanissimo come attore e negli anni hai trovato una tua collocazione, oggi in particolare grazie alla serie televisiva Carabinieri. Cosa ha cambiato nella tua vita questo lavoro?
R - Iniziare a lavorare in questa fiction è stata in parte un’occasione e in parte una scelta obbligata. Io ho lavorato molto a teatro e poi al cinema anche conil “grande” Fellini. Purtroppo il mestiere dell’attore spesso non paga. Per quanto si tratti di uno dei mestieri più belli del mondo è necessario essere pragmatici e lavorare per vivere, possibilmente bene. Con il teatro non si guadagna, in televisione si! Entrare a fare parte di una squadra di lavoro in una serie di successo, permette di lavorare più serenamente.

D - La serie Carabinieri è giunta alla sesta edizione. A cosa credi sia dovuta tanta longevità?
R - Credo che sia dovuto in particolare al fatto che si faccia un prodotto rassicurante, che non crea ansie e che permetta alle persone di identificarsi in storie che trasmettono sentimenti positivi. Anche quando vengono raccontate brutte storie in cui i fatti sono dolorosi, si cerca sempre di ironizzare. Le persone in questo modo si sentono confortate e vicine ai protagonisti della Serie tv.

D - Il pubblico che ti incontra nella vita quotidiana tende ad identificarti con il tuo personaggio?
R - Si tratta di un meccanismo inevitabile. Per quanto le persone sappiano che quello che vedono è finzione c’è una parte intima, legata all’emotività che fonde il personaggio reale con la finzione. Per farvi un esempio: qualche anno fa, sono stato protagonista di uno spot contro il maltrattamento e lo sfruttamento dei minori. Interpretavo un’orco che all’interno di una casa diroccata schiavizzava dei poveri bambini indifesi. Il giorno dopo la messa in onda dello spot, una signora che fino ad allora era stata una mia grande fan, nonostante mi avesse comunque salutato con garbo, nascose il proprio bambino dietro la sua gonna. In quell’istante ho realizzato quanto fossero potenti i messaggi che la televisione può trasmettere.

D - Per quale ragione, in Italia, le serie lunghe hanno avuto così successo?
R - Non so perchè nel dettaglio, ma forse è la necessità che la gente sente, nell’avere attorno persone che risultano essere familiari. In fondo una serie che dura da anni ci dà l’opportunità di affezionarci a un personaggio e di sentirci parte delle sue vicende come se fosse un caro amico. E` qualcosa di sicuro che non manca agli appuntamenti.

D - A volte hanno buoni riscontri anche trasmissioni che non hanno contenuti, nè qualità. A cosa è dovuta questa situazione?
R - Questa è una bella domanda! Una volta un illustre docente della Sapienza, il prof. Carotenuto, disse:”Siamo nella piena esaltazione del nulla”. Purtroppo temo che avesse ragione! Sembra esserci, da parte del pubblico, una sorta di compiacimento per ciò che è nulla. Tutto questo, probabilmente, è dovuto al fatto che siamo entrati in un’era di sconvolgimenti dove si sono persi i punti di riferimento. Sembra un’esaltazione della miseria dell’animo umano. Eppure l’uomo avrebbe molto da offrire.


D - Cosa pensi dei reality show?
R - Sono una moda del momento. In realtà si è solo portato in tv una cosa antica come il mondo: la curiosità di guardare dal buco della serratura. Il voyeurismo!
I reality sono probabilmente lo specchio dei tempi e in tv se deve esserci di tutto è giusto che anche questi trovino il loro spazio, ma senza esagerare. E` vero che Andy Warrol affermava che tutti hanno diritto ad un quarto d’ora di popolarità, ma che sia un quarto d’ora e non di più! Il reality può essere definito solo come intrattenimento, mentre credo che dovrebbero esserci, anche in tv, più prodotti artistici!”

D - E tu parteciperesti ad un reality?
R - Non so! Forse direi anche di si. Viviamo in questo mondo e anche noi attori dobbiamo prendere ciò che piace al pubblico. Un artista durante la sua carriera ha bisogno di molta fortuna, e a volte un reality può dare la spintarella giusta per avere successo.

D - Oggi, ancora, cosa può offrire la tv italiana al suo pubblico?
R - La televisione e i suoi meccanismi sono spesso un mistero, ma credo che oggi la tv possa ancora offrire molto. Si possono dare dei buoni messaggi, positivi, senza moralismi di sorta e senza essere bacchettoni. Però un pò di etica è sempre importante e attraverso una storia divertente, ma studiata bene, si possono comunicare buone cose.

D - E di cosa avrebbe bisogno, la tv italiana, per migliorare?
R - Di persone che non pensano solo ad apparire. Il mio parere è che la qualità del prodotto che si propone sia la cosa fondamentale. Bisogna lavorare e amare ciò che si fa, sapendo che la popolarità è solo un abbaglio!


(23/03/2007)